Il Santo del giorno, 23 aprile, è San Giorgio. Si dice sia morto il 23 aprile del 303 d.C. a Nicomedia, un’antica città dell’Asia Minore, allora appartenente all’Impero Romano e oggi corrispondente alla città turca di İzmit.
Della sua vita non ci sono notizie storicamente fondate, se non che fu un soldato originario della Cappadocia, martirizzato sotto Diocleziano. Le storie che lo riguardano sono quindi il risultato di elaborazioni medievali, che si arricchivano progressivamente di dettagli.
San Giorgio oggi, il Santo del giorno
San Giorgio è uno dei santi più venerati del mondo e la bandiera che porta il suo nome è diventata simbolo di numerosi paesi, città e anche movimenti politici estremisti. Per festeggiare l’evento, la versione britannica di Google ha preparato un apposito doodle con San Giorgio a cavallo mentre agita una spada contro un drago.
L’iconografia tradizionale di Giorgio è legata al suo miracolo più celebre, quello appunto dell’uccisione del drago. L’episodio, come viene riportato nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, è noto: per tenere lontano un mostro che infesta la città libica di Selem, gli abitanti estraggono a sorte giovani vittime da dargli in pasto; quando il sacrificio tocca alla figlia del re, compare san Giorgio a cavallo, che neutralizza il drago (la scena immortalata dagli artisti); quindi invita la principessa a legare la cintola al mostro, ora mansueto, per condurlo in città; di fronte al miracolo, il re e l’intera popolazione si convertono; e il drago viene finalmente ucciso.
Breve vita di San Giorgio
Si racconta che Giorgio nacque a Lod (oggi in Israele) tra il 256 e il 285 da un ufficiale romano e da una donna della Palestina e venne presto convertito al cristianesimo dai suoi genitori.
Da giovane Giorgio si presentò all’imperatore Diocleziano e, grazie alla figura di suo padre, riuscì a farsi arruolare nell’esercito e a diventare poi guardia scelta dell’imperatore.
Nel 302, però, Diocleziano emanò un editto che prevedeva l’arresto per i soldati romani cristiani. Giorgio allora, in nome di tutti i militari cristiani, si ribellò per difendere la sua fede. La leggenda narra che Diocleziano fece di tutto per convertirlo al paganesimo romano con numerosi doni, tutti rifiutati da Giorgio. Allora Diocleziano lo fece torturare e decretò la sua condanna a morte, per la quale Giorgio venne dichiarato martire dai cristiani.
La bandiera di San Giorgio
La croce di San Giorgio è una bandiera costituita da una croce rossa in campo bianco. Le sue origini non sono chiare, ma sembra che l’uso della bandiera da parte dei Genovesi, tra i primi a utilizzarla, risalga intorno alla fine del VI secolo, quando l’esercito bizantino stanziava nella città e il suo vessillo (una croce rossa in campo bianco) veniva portata in omaggio nella piccola chiesa di San Giorgio.
La croce divenne poi il vessillo ufficiale della Repubblica di Genova, adottato ufficialmente nel 1096 probabilmente anche per influenza della bandiera della Lega Lombarda (non a caso si è parlato recentemente della bandiera di San Giorgio come simbolo della regione Lombardia, proposta dai politici del centrodestra e dalla Lega Nord).
La bandiera, per la sua forte valenza simbolica, venne utilizzata dai cristiani crociati e anche per questo ancora oggi viene utilizzata da diversi gruppi xenofobi e di estrema destra, soprattutto in Inghilterra. In seguito venne adottata da diversi paesi, come l’Inghilterra, la Georgia e l’Irlanda del Nord, e numerose altre città e regioni nel mondo.
La bandiera inglese
Tra i vari paesi che hanno adottato la Croce di San Giorgio, in Inghilterra la bandiera ha cominciato a diffondersi durante le crociate: all’epoca il Papa scelse di contrassegnare i crociati a seconda delle loro nazionalità. Alla fine agli inglesi toccò proprio la croce rossa su sfondo bianco, anche se prima era stata assegnata ai francesi.
Nel 1190, poi, Londra e l’Inghilterra chiesero a Genova il permesso per utilizzare la bandiera di San Giorgio per le sue navi, protette tra l’altro dalla flotta genovese dai numerosi attacchi di pirateria. Poi dal 1277, a causa del suo uso sempre più diffuso, la croce di San Giorgio è diventata la bandiera ufficiale dell’Inghilterra, della città di Londra e della marina militare Royal Navy.
Dal 1707 però, con il cosiddetto Atto di Unione del 1707 che riunì Scozia e Inghilterra in un nuovo Regno, la croce di San Giorgio venne superata dalla bandiera britannica Union Flag, anche detta Union Jack, adottata da entrambi i paesi.
Oggi la bandiera inglese, come dimostra un sondaggio del Sun, viene spesso associata a movimenti razzisti o di estrema destra e gli inglesi, a differenza degli scozzesi e dei gallesi, mostrano sempre più disaffezione verso la propria bandiera (ci sono stati dibattiti e campagne sulla sua riscoperta durante i tornei calcistici internazionali).
San Giorgio e il drago: dieci curiosità
Alla sua figura è legata la famosa leggenda del drago, che, nell’immaginario popolare, voleva significare il trionfo del cristianesimo sulla violenza disumana del male. Nel Medioevo San Giorgio diviene il protettore dei cavalieri e i re d’Inghilterra, a cominciare da Riccardo Cuor di Leone, lo eleggono a patrono della casa reale e della loro terra.
Ecco di seguito alcune curiosità sul martire cristiano:
- Secondo i Passio sancti Georgii, San Giorgio nacque intorno al 280 in Cappadocia (regione odierna della Turchia), ma si trasferì poi in Palestina, dove si arruolò nell’esercito dell’imperatore Diocleziano, che lo considerava così valoroso da renderlo sua guardia del corpo. Peccato che il martirio avvenne poi sotto Diocleziano stesso, in quanto il Santo si rifiutò di giurare fede agli dei, ma si professò cristiano.
- La leggenda narra che Giorgio, dopo essere stato gettato in carcere, ebbe una visione di Dio che gli predisse sette anni di tormenti, in cui sarebbe morto e risorto per tre volte.
- La leggenda aurea narra che, nella città di Salem, in Libia, vi fosse uno stagno in cui abitava un enorme drago che uccideva con il fiato tutte le persone che incontrava. Quando la principessa Silene rischiava di morire a causa del mostro, il prode cavaliere Giorgio la salvò, intimando «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Convertiti il re e la popolazione, San Giorgio uccise il drago e lo fece trascinare via dalla città da quattro buoi.
- La leggenda di San giorgio contro il drago divenne popolare soprattutto durante il medioevo, epoca in cui iniziò a rappresentare la lotta del bene contro il male, incarnando gli ideali della cavalleria. In questo periodo, il culto verso il Santo si diffuse in tutto l’Occidente e nell’Oriente bizantino, dove è conosciuto come il «trionfatore».
- Il nome di San Giorgio era storicamente invocato contro la peste, la lebbra, le streghe, i serpenti velenosi e la sifilide.
- In Italia, il culto di San Giorgio è diffusissimo e sono più di 100 i comuni di cui è patrono. Tra questi: Reggio Calabria, Ferrara, Ragusa e Campobasso.
- Non solo in Italia, San Giorgio è infatti venerato in molte altre parti del mondo: è patrono dell’Inghilterra, del Portogallo, della Georgia, del Montenegro, dell’Etiopia e della Lituania.
- Casa Batllò, il celebre ed estroso edificio progettato da Antoni Gaudí, è dedicato a San Giorgio. Il culto del Santo è effettivamente molto popolare in Catalogna: lo scambio delle rose, tradizione del 23 aprile, affonda le sue radici proprio in una versione tutta spagnola della leggenda di San Giorgio e il drago.
- Non tutti sanno che San Giorgio occupa un posto anche nell’agiografia islamica, in cui ricopre l’onorevole ruolo di Profeta. Questo, a dimostrazione della popolarità del Santo sia in Oriente che in Occidente.
- San Giorgio è il patrono, tra l’altro, degli Scout e delle Guide. La simbologia a lui legata è infatti quella del cavaliere, immagine del bene, che sconfigge il male. Nella tradizione italiana, a Festa di San Giorgio è dedicata al rinnovo della promessa.
Reggio Calabria e il culto di San Giorgio
Tra le città italiane in cui il culto del santo è più vivo c’è, senza dubbio, Reggio Calabria. Un culto che trae origine addirittura dai primi anni dell’XI secolo, e che ha a che fare con la vicenda che vide la città sconfiggere i Saraceni impegnati ad assediare le coste della Calabria.
In particolare, il saraceno Bonavert di Siracusa nel 1086 era sbarcato a Reggio e aveva messo a ferro e fuoco il monastero di San Nicolò sulla Punta Calamizzi, ma soprattutto la chiesa di San Giorgio.
Egli, però, era stato inseguito a sfidato da Ruggero Borsa, il quale riuscì a sconfiggerlo in battaglia: ecco perché i reggini scelsero come loro protettore San Giorgio, il quale secondo la leggenda avrebbe assistito Ruggero nella sua lotta contro Bonavert.