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Santo del giorno 28 febbraio: oggi si venera Sant’Ilario

Sant’Ilario pontificò dal 19 novembre 461 al 29 febbraio 468, giorno della sua morte. Arcidiacono sotto papa Leone Magno, cui successe, partecipò come rappresentante del pontefice al concilio d’Efeso del 449, opponendosi tenacemente alla rivalutazione che in esso, con mezzi violenti, si tentò di fare dei monofisiti.

Sant’Ilario oggi, il Santo del giorno

Sant’Ilario nasce in Sardegna, probabilmente a Cagliari: le fonti storiche non sono più precise né a proposito dell’anno né a proposito del luogo di nascita. Quel che è certo è che egli nel 449 viene spedito al Secondo concilio di Efeso come legato di Leone I insieme con Giulio, il vescovo di Puteoli.



Al concilio Ilario si batte in maniera strenua per difendere i diritti della sede romana, e in più contrasta la condanna di Flaviano di Costantinopoli. Proprio a causa di tale comportamento subisce violenza da parte di Dioscoro di Alessandria, ma riesce comunque a salvarsi.

Successivamente scrive all’imperatrice Pulcheria scusandosi con lei per non averle dato dopo il sinodo la lettera di Leone I. Sempre per colpa di Dioscoro, intenzionato a impedirgli di recarsi a Costantinopoli o a Roma, deve affrontare molte difficoltà per riuscire a fuggire, ma non è in grado di portare al papa notizie riguardanti il concilio.

Sant’Ilario diventa papa

Dopo la morte del pontefice, proprio Ilario viene scelto per la successione: egli viene consacrato probabilmente il 19 novembre del 461. La sua azione intende ripercorrere lo stesso tipo di pontificato vigoroso messo in atto da Leone I e si concentra in modo particolare sugli affari della Chiesa in Spagna e in Gallia, due paesi caratterizzati da una notevole disorganizzazione politica.



Proprio per questo è indispensabile rendere più forte il governo della Chiesa, in modo tale da salvaguardare la gerarchia. In un’enciclica inviata ai vescovi provinciali delle Alpi Marittime, di Narbonne, di Lione e di Vienne, Papa Ilario stabilisce che l’ex arcidiacono di Narbonne Hermes, che pure aveva acquisito la diocesi della città in maniera illegale, debba restare il vescovo titolare, anche se privato dei suoi privilegi episcopali. E che il vescovo di Arles sia tenuto a convocare ogni anno un sinodo che veda la partecipazione di tutti i vescovi provinciali nelle condizioni di prendervi parte.

Ilario, inoltre, decide che nessun vescovo possa abbandonare la propria diocesi senza prima avere ottenuto un permesso sottoscritto dal metropolitano.

La disputa del 463-464

Successivamente il pontefice è coinvolto in un’altra disputa relativa alle diocesi: accade nel 463, anno in cui Mamerto di Vienne consacra per la diocesi di Die un vescovo non tenendo conto del fatto che un decreto di Leone I aveva stabilito che la Chiesa facesse parte della provincia metropolitana di Arles.

Nel momento in cui Ilario viene a saperlo, dà a Leonzio di Arles il compito di convocare un sinodo per approfondire la questione; il sinodo nel 464 produce un editto in virtù del quale il vescovo Verano viene incaricato di ordinare a Mamerto di non compiere più ordinazioni irregolari, pena la sospensione dei suoi privilegi.

La consacrazione del vescovo di Die, di conseguenza, deve essere sanzionata da Leonzio di Arles, così che possano essere ripristinati i privilegi primaziali della sede di Arles come previsto da Leone I.

Gli altri impegni di Sant’Ilario

A Roma, intanto, il pontefice si impegna a sostegno dell’integrità della fede cattolica: nel 466, per esempio, chiama l’imperatore Antemio di fronte a tutti perché possa fornire spiegazioni sui comportamenti di Filoteo, il suo favorito, che è solito partecipare a riunioni di una setta eretica.

Quindi lo induce a giurare che si sarebbe comportato in modo tale da contrastare l’eresia. I vescovi, in più, vengono invitati a non superare i confini.

Ilario si preoccupa anche di tutelare i diritti metropolitani della sede di Embrun dagli abusi del vescovo Ausanio, legato alla Chiesa di Cimiez e a quella di Nizza. Il pontefice, inoltre, fa realizzare molti edifici religiosi a Roma: per esempio due oratori nel battistero del Laterano, dei quali uno dedicato a San Giovanni apostolo e l’altro dedicato a San Giovanni Battista.



Lo scopo di tale edificazione è quello di rendere grazie a Giovanni apostolo: quando era scappato dal Latrocinio di Efeso, infatti, Ilario aveva trovato riparo in una cripta a lui dedicata.

Inoltre, il pontefice fa realizzare delle biblioteche nei pressi della Basilica di San Lorenzo fuori le mura, due bagni pubblici, un convento e una cappella in onore della Santa Croce nel battistero, oltre a un convento dentro le mura urbane.

Questa fiorente attività edilizia, tuttavia, porta anche dei disagi a Ilario, che viene giudicato in maniera negativa per colpa della sua munificenza e della sua magnificenza. Le sue opere, infatti, vengono ritenute opulente, mentre gli arredi fatti costruire o comprare sono considerati inopportuni ed eccessivi, a causa della profusione di materiali preziosi e ori.

Insomma, l’impressione è che mentre Roma è alle prese con la povertà e con la miseria la Chiesa ricerchi nelle pietre preziose il tentativo di rafforzare la fede nel cristianesimo.

Ilario muore, dopo un pontificato durato sei anni, tre mesi e dieci giorni, il 29 febbraio del 468: il suo corpo viene seppellito nella chiesa di San Lorenzo fuori le mura. La ricorrenza viene celebrata ogni 29 febbraio, ma negli anni non bisestili viene celebrata il giorno 28 febbraio.

Martirologio Romano

A Roma sulla via Tiburtina, deposizione di sant’Ilario, papa, che scrisse lettere sulla fede cattolica, con cui confermò i Concili di Nicea, di Efeso e di Calcedonia, mettendo in luce il primato della sede Romana.

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