Scavi di Ercolano, i rotoli analizzati con raggi X per la prima volta dal 79 d.C. Il rotolo di Oxford, donato all’inizio del XIX secolo da Ferdinando IV, re di Napoli e Sicilia, si distingue tra i reperti di Ercolano per la particolare composizione chimica del suo inchiostro, che risulta più visibile grazie alle scansioni a raggi X.
Scavi di Ercolano, i rotoli analizzati con raggi X per la prima volta
Il rotolo di Oxford, donato all’inizio del XIX secolo da Ferdinando IV, re di Napoli e Sicilia, si distingue tra i reperti di Ercolano per la particolare composizione chimica del suo inchiostro, che risulta più visibile grazie alle scansioni a raggi X. I ricercatori ipotizzano che l’inchiostro possa contenere un contaminante più denso, come il piombo, ma saranno necessari ulteriori esami per determinare la formula esatta che ha reso questo inchiostro molto più leggibile rispetto ad altre pergamene coinvolte nella Vesuvius Challenge. L’apprendimento automatico impiegato in questo progetto si concentra esclusivamente sul rilevamento dell’inchiostro, poiché i modelli non comprendono il linguaggio e non sono in grado di riconoscere i caratteri.
Di conseguenza, la fase successiva – quella della trascrizione e traduzione del testo – è affidata all’expertise degli studiosi, piuttosto che all’intelligenza artificiale. Richard Ovenden, funzionario della Biblioteca Bodleiana, ha affermato: «Stiamo vivendo un momento storico straordinario in cui bibliotecari, informatici e studiosi del periodo classico collaborano per scoprire l’inedito. I notevoli progressi nell’imaging e nell’intelligenza artificiale ci consentono di esplorare rotoli che non sono stati letti per quasi 2.000 anni. Questo progetto rappresenta un esempio ideale di come biblioteche, discipline umanistiche e informatica possano unire le loro competenze per comprendere il nostro passato condiviso».