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Schettino chiede la semilibertà, una delle sopravvissute: “Vivrà tutta la vita con il peso della tragedia”

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Francesco Schettino e il naufragio della Costa Concordia

Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per il naufragio del 13 gennaio 2012, in cui persero la vita 32 persone, ha presentato richiesta per accedere al regime di semilibertà. Dopo aver scontato più della metà della pena, Schettino ha maturato il diritto di chiedere misure alternative al carcere. La decisione spetta al Tribunale di Sorveglianza di Roma, che si riunirà per l’udienza il prossimo 4 marzo.

Schettino chiede la semilibertà, la reazione di una sopravvissuta

Tra le reazioni alla notizia c’è quella di Vanessa Brolli, una delle sopravvissute al naufragio, che all’epoca dei fatti era in vacanza sulla Costa Concordia insieme ai familiari per celebrare il 50° anniversario di matrimonio dei nonni. In un’intervista rilasciata a Il Resto del Carlino, la donna ha dichiarato: “Dispiace sapere che potrebbe tornare a casa. Schettino deve pagare per le sue colpe. A prescindere dalla decisione dei giudici, siamo certi che Schettino vivrà il resto dei suoi giorni con addosso il peso di questa tragedia. Questa è la più grande pena per lui. Anche se dovesse uscire dal carcere, dovrà convivere con questa colpa per tutta la vita”.

Il naufragio della Costa Concordia

Il disastro avvenne la sera del 13 gennaio 2012, quando la nave da crociera Costa Concordia salpò da Civitavecchia diretta a Savona con a bordo 4.229 persone. Alle 21:42, nei pressi dell’Isola del Giglio, la nave urtò uno scoglio a causa di una manovra rischiosa nota come “inchino”, voluta da Schettino per avvicinarsi alla costa e salutare gli abitanti dell’isola. L’incidente causò lo squarcio dello scafo e il successivo naufragio, che provocò la morte di 32 passeggeri.

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