Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ospite a Che tempo che fa ha assicurato che gli esami di terza media e di maturità saranno in presenza. “Per gli esami di quest’anno chiediamo che i ragazzi e i professori concordino un tema sul quale sviluppare in 40 giorni un elaborato da discutere in presenza. Questo vale sia per l’esame di scuola media che per l’esame di maturità“.
Bianchi a Che tempo che fa: “non accetto l’idea di una scuola bloccata”
“Nei mesi passati la scuola ha fatto di tutto per restare aperta – sottolinea – anche nelle zone rosse i bambini fino alla prima media erano a scuola. I nostri insegnanti hanno imparato a usare gli strumenti per la Dad, non è vero che scuola è stata ferma, chiusa. Non si è mai fermata, i nostri insegnanti hanno tenuto aperto fintanto che non si è presentato questo nuovo appuntamento, un virus che nel frattempo è cambiato. Non accetto l’idea di una scuola bloccata“.
“Si poteva far di più ma siamo un Paese che ha problemi vecchi come la dispersione scolastica, il gap tra Nord e Sud – continua – e bisogna ripartire dai bambini e dai ragazzi. In questo sarà fondamentale il Recovery Plan“.
Il Covid attacca le fasce più giovani
“È cambiata la situazione – dice Bianchi – siamo di fronte a quella che si chiama variante inglese, che ha un carattere diverso rispetto all’anno scorso, non risparmia i bambini, colpisce le fasce più giovani e il 13 febbraio, quando ci siamo insediati, abbiamo subito posto sotto attenzione la scuola. Abbiamo preso questa misura pensata, riflettuta, responsabile, proprio per la tutela dei più giovani“.
Il peso della Dad
Sul peso della Dad per lo più sulle spalle delle mamme, dice: “È vero che nel nostro Paese sono le donne che hanno la cura pressoché totale dei bambini e abbiamo messo misure per alleggerire questa situazione e capire come riaprire quanto prima. Bisogna ripensare tutto il mondo del lavoro, è evidente, in questa situazione emergenziale vengono al pettine i nodi di tante storie precedenti“.
Sottolinea ancora Bianchi: “La scuola per cui stiamo lavorando è una scuola affettuosa, in cui torni ad avere gli affetti per gli altri. Dopo anni di individualismo dobbiamo tornare a una scuola che permetta ai ragazzi di imparare ad affrontare il mondo insieme“.