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Scuola, domani insegnanti in piazza: ecco la condizione dei docenti e le loro richieste

Scuola, domani insegnanti in piazza: le loro richieste

Scuola, domani insegnanti in piazza: le loro richieste

Insegnanti, genitori e studenti manifesteranno sabato 12 ottobre a Roma. Questo per far emergere le problematiche che affliggono il settore scolastico e chiedere al governo di adottare misure per affrontare alcune criticità, in particolare quella della stabilizzazione dei docenti precari. In questo articolo, esamineremo le informazioni più recenti disponibili.

Domani insegnanti in piazza, la condizione dei docenti e le loro richieste

Il mondo dell’istruzione si mobiliterà sabato 12 ottobre a Roma per far emergere le difficoltà che affliggono il settore e chiedere al governo di intervenire per risolvere alcune problematiche, in primis la stabilizzazione dei docenti precari. Secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero dell’Istruzione, si contano 140.000 insegnanti precari nel nostro Paese. Recentemente, è stata comunicata la decisione di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione Europea per non aver messo fine all’abuso dei contratti a tempo determinato.

La Commissione Europea ha sottolineato che per i lavoratori delle scuole pubbliche con questa tipologia di contratto non è prevista una progressione salariale che tenga conto dei periodi di servizio precedenti, evidenziando così una disparità rispetto ai docenti assunti a tempo indeterminato, i cui stipendi sono già inferiori a quelli di molti altri stati membri dell’UE. Secondo gli ultimi dati dell’Ocse, la Germania guida la classifica con un stipendio medio per insegnante vicino ai 91.000 euro annui. In Italia, la retribuzione media annuale, a parità di potere d’acquisto, si attesta intorno ai 44.000 euro lordi.

Questa disparità, come dichiarato dal Ministro dell’Istruzione Valditara, sarebbe legata all’assenza di un rinnovo contrattuale negli ultimi 11 anni: “Per quanto riguarda le retribuzioni dei docenti italiani rispetto a quelle degli altri Paesi dell’Ocse, i dati risalgono al 2022 e non considerano l’ultimo aumento salariale previsto dal contratto firmato a gennaio 2024. Dobbiamo continuare con gli incremento salariali avviati a gennaio 2024, e non è un caso che abbiamo stanziato 3 miliardi per arrivare al più presto a una nuova definizione contrattuale”, ha dichiarato il Ministro durante il Question time alla Camera.

Cosa chiedono i docenti

Il nuovo sistema di reclutamento, fortemente sostenuto dall’ex Ministro dell’Istruzione Bianchi e successivamente promosso dal ministro Valditara, prevede un percorso formativo iniziale abilitante di 60 crediti, da acquisire nelle aree antropo-psico-pedagogiche, oltre che nelle metodologie e nelle tecnologie didattiche e linguistiche.

Ci sono alcune variazioni tra la fase transitoria, in vigore fino alla fine dell’anno con l’obiettivo di ridurre le lunghe attese dei precari, e la fase a regime che avrà inizio il primo gennaio 2025. Il costo di questi percorsi formativi, che può arrivare fino a 2.500 euro, è interamente a carico dei futuri docenti. Tali percorsi saranno obbligatori per accedere ai nuovi concorsi e dovranno essere completati anche da coloro che hanno già ottenuto un punteggio positivo nei concorsi indetti con il PNRR, il quale mira al reclutamento di 70mila insegnanti entro il 2026.

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