Cronaca

Pagelle, alla scuola primaria tornano i giudizi

Ritorno della valutazione numerica in condotta anche alle scuole medie, voto di maturità decurtato a chi non raggiunge almeno il 9, criteri più stringenti per consentire la bocciatura in caso di insufficienza, lavori socialmente utili in caso di sospensioni “lunghe” dalla scuola.

Queste le principali novità contenute nel disegno di legge che, a partire dall’anno scolastico 2024/25, punta a rivedere, con un approccio più restrittivo ma anche più rieducativo, il giudizio sul comportamento degli studenti e la gestione dei sempre più diffusi casi di violenza e insubordinazione.

Scuola, alla primaria tornano i giudizi

Attualmente, infatti, il voto in condotta è presente nella pagella degli studenti delle scuole superiori ed è già possibile far ripetere l’anno agli studenti che riportino una insufficienza. Tuttavia si tratta di un evento raro, visto che gli ultimi dati disponibili parlano dello 0,1% degli alunni bocciati per indisciplina, con una punta dello 0,4% solo negli istituti professionali. Ben più frequente è raggiungere una valutazione in condotta inferiore al 9, come accade grossomodo a 4 studenti su 10 e che, nel caso avvenga in uno degli ultimi tre anni delle superiori, per ogni annualità può far perdere un credito scolastico e quindi un punto sul voto di Maturità.

Tornando alla legge che verrà, manca davvero poco al traguardo. Sembra ormai prossimo il voto favorevole da parte del Senato, che per accelerare ulteriormente i tempi ha affidato alla sua commissione Istruzione il compito di portare in aula un testo già confezionato, la cosiddetta “sede redigente”, da votare in blocco. Dopodiché toccherà alla Camera dare il via libero definitivo. Nonostante ciò, potrebbe non essere così scontato che i cambiamenti diventino effettivi già dal prossimo settembre. Perché lo stesso Ddl prevede che, entro 180 giorni dalla data di approvazione della legge, il Ministero dell’Istruzione e del Merito adotti un Regolamento che armonizzi le novità con la normativa vigente. Ciò vuol dire che, per rendere operativa la riforma sin dal ritorno sui banchi post pausa estiva, occorrerà chiudere la pratica entro febbraio.

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