La Campania spiega perché le scuole saranno chiuse dal 10 al 29 gennaio. Nella mattinata odierna, infatti, l’Ente ha depositato al Tar Campania le motivazioni dell’ordinanza dello scorso 7 gennaio, spiegando perché non ha commesso “Nessuna violazione del decreto legge 111/2022 risultando provata una condizione di eccezionale e straordinaria necessità”.
IL COMUNICATO INTEGRALE DELLA REGIONE
Scuole chiuse in Campania, ecco perché: i dati sui contagi
Il primo dato tenuto in considerazione dalla Regione è l’Rt di ospedalizzazione pari a 1,78, che indica il raddoppio dei ricoveri Covid in arco settimanale. Inoltre:
- esaurimento posti letto pediatrici Covid, nella regione con popolazione più giovane d’Italia;
- blocco già decretato delle attività sanitarie di elezione;
- previsione di certo esaurimento di posti letto di degenza Covid nel breve periodo in mancanza di misure immediate;
Le misure nazionali non sono fondate sul parere tecnico-scientifico del CTS, che non è stato convocato, contrariamente a quanto richiesto da tutte le Regioni per assumere decisioni consapevoli; Al contrario, l’Ordinanza regionale è fondata su un’istruttoria tecnica che tiene conto:
- dei dati più aggiornati della Cabina di regia nazionale;
- delle valutazioni dell’Unità di crisi regionale;
- della richiesta di presidi e Sindaci che segnalano criticità non risolvibili a breve.
Misure del governo inattuabili
Le misure previste dal decreto governativo sono inattuabili e del tutto virtuali, almeno nel territorio regionale della Campania, tenuto conto che vi è impossibilità di assicurare il contact tracing e insostenibilità dei carichi da parte delle ASL, attestata dai dirigenti scolastici e da tutti i Direttori generali delle AASSLL campane.
In caso di sospensione dell’ordinanza vi sarebbe un danno irreparabile per la popolazione giovanile data la previsione del picco dei contagi per fine gennaio, in presenza di una bassissima percentuale di vaccinazione sotto i 12 anni.
Le misure previste dall’ordinanza regionale sono equilibrate e proporzionate: tutte le scuole sono aperte; si prevedono solo tre settimane di didattica a distanza per medie inferiori ed elementari. Tre settimane di respiro per i Presidi, i Sindaci e le AASSLL che ne hanno fatto richiesta per ampliare la fascia dei vaccinati e scavallare il picco dei contagi.