Site icon Occhio Notizie

Scuole chiuse in zona rossa, Tar del Lazio sospende il Dpcm: “Governo riesamini le misure”

Il Tar del Lazio ha sospeso l’efficacia del Dpcm del 2 marzo scorso che ha disposto la didattica a distanza in tutte le scuole delle Regioni in “zona rossa”.

Scuole chiuse in zona rossa, Tar del Lazio sospende il Dpcm

I giudici, presidente Antonino Savo Amodio ed estensore Lucia Maria Brancatelli, hanno così accolto la domanda cautelare presentata da un gruppo di studenti e genitori di alunni minorenni di tutta Italia, rappresentati dagli avvocati Valerio Onida e Barbara Randazzo, rinviando la discussione di merito all’udienza del 14 luglio.

Con la decisione di oggi, il Tar ha stabilito quindi che la Presidenza del Consiglio entro il 2 aprile riesamini le misure. I giudici hanno accolto le richieste “ai soli fini del riesame da parte della presidenza del consiglio dei ministri delle impugnate previsioni contenute nel Dpcm“. Invece sempre il Tar quest’oggi con un’altra ordinanza ha confermato la parte del Dpcm che reitera lo stop a cinema e teatri.

Confermato stop teatri e cinema

Nessuna sospensione dello stop totale degli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, live-club e in altri locali o spazi anche all’aperto nelle zone arancioni e fino al 27 marzo nelle zone gialle, reiterando in questo secondo caso anche il tetto massimo di 200 spettatori e prescrivendo un ulteriore limite massimo di spettatori pari al 25% della capienza autorizzata, indipendentemente dalla effettive dimensioni del teatro e dall’attuazione di tutte le altre misure di distanziamento.

Il Tar del Lazio, con un’ordinanza, ha così respinto le richieste del Teatro Franco Parenti di Milano. I giudici hanno ritenuto che “le misure impugnate sono state adottate a seguito di una specifica e articolata istruttoria” e che “nell’ambito del sindacato consentito al giudice amministrativo su scelte di tale tipo, le determinazioni assunte non appaiono inficiate da manifesta illogicità e arbitrarietà”.


Exit mobile version