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Le migliori frasi, citazioni e aforismi più divertenti sul semaforo

Il semaforo è un segnale luminoso utilizzato prevalentemente nella circolazione stradale presso incroci, e attraversamenti pedonali. Scopriamo insieme le migliori frasi, citazioni e aforismi più belle e più divertenti sul semaforo.

Le migliori frasi, citazioni e aforismi più divertenti sul semaforo: le più belle

Di seguito una selezione di frasi e immagini più divertenti sul semaforo:

I ciclisti non hanno soltanto e sempre ragione. Non quando si considerano, a propria volta, totalmente incorporei ed esonerati dal rispetto di qualunque legge fisiodinamica. Se, per esempio, non si fermano all’incrocio perché detestano il semaforo rosso, c’è caso che io, che invece adoro il semaforo verde, li centri prima che sgombrino il campo.

In Italia, teniamo alle nostre abitudini e non ci piace cambiare. Ci conosciamo bene e sappiamo di non essere adatti alla rotatoria. È soprattutto un problema di testa. Noi abbiamo bisogno del semaforo. Se c’è il semaforo, noi – più o meno – gli diamo retta. (Più o meno, nel senso che: passiamo col verde, su questo non ci piove; passiamo col giallo, su questo pure non ci piove, quasi mai; e passiamo anche con un certo tipo di rosso. Per la precisione, noi passiamo sia con l’appena rosso, che è il rosso acerbo, quello con un minimo residuo di ancora giallo; sia col troppo rosso, che è il rosso maturo, quello che consideriamo a tutti gli effetti un quasi verde. In sostanza, l’unico che noi rispettiamo sul serio è il rosso pieno, ossia quello centrale, quello che dura il giusto. E quant’è che dura il giusto? Lo sentiamo a pelle, a istinto. Dopo di che è normale che, seppur lentamente, ci si sganci dalla linea di arresto. Ora basta, su andiamo, è quasi verde…”.)

Lavavetri. Nessuno probabilmente poteva immaginare che l’invenzione del semaforo avrebbe fatto nascere un giorno una nuova categoria di lavoratori precari.
Gioele Dix

L’automobilista davanti a te procede lentamente in mezzo alla carreggiata. A poche centinaia di metri c’è un semaforo, conosciuto in tutta la regione per la durata infinita del suo rosso, tre minuti abbondanti. Al momento, naturalmente, è verde, ma l’automobilista che ti precede non pare comprendere la necessità di accelerare per superarlo in tempo. Eppure ha la strada totalmente sgombra davanti a sé. Tu scalpiti, controlli con sguardo lungo il semaforo e intanto gli fai pressione, suonando più volte il clacson e aggiungendo continui lampeggiamenti anabbaglianti. Il calvario prosegue per interminabili secondi fino a che, giunti entrambi a pochissimi metri dall’incrocio, scatta il giallo. L’automobilista rallenta ulteriormente, ma non arresta del tutto la sua corsa. È quanto basta perché il semaforo diventi rosso. Ma il cretino passa e tu: fermo. Come reagisci? a)Penso a Gesù Cristo, che raccomanda di rispondere sempre con l’amore. b)Tiro fuori dal cruscotto il sudoku e tento di finirlo, il tempo c’è. c) Immagino di avere un optional fornitomi dal Pentagono: schiaccio un bottone, mi si apre il radiatore ed esce fuori un bazooka intelligente, che colpisce il cretino con assoluta precisione.
Gioele Dix

Il rosso «stacca», il rosso attrae. Il rosso, in definitiva, è quanto di meglio, per comunicare visivamente. Del resto non è forse rosso il segnale del semaforo che ci impone il più importante tra i messaggi che convoglia?
Danilo Mainardi

„Dei marxisti talvolta si dice che evocano la crisi capitalistica di continuo, e che solo per questo finiscono presto o tardi per avere ragione, un po’ come un pendolo rotto che segna l’ora giusta almeno due volte al giorno. In verità, nel Capitale l’espressione “crisi” richiama soprattutto il significato etimologico di “separazione” e “decisione”, e ha quindi un senso molto più generale rispetto all’accezione corrente. D’altro canto, per quei sedicenti discepoli che tendono a scambiare l’analisi di Marx per una banale teleologia, la battuta non sembra del tutto inappropriata. Bisognerebbe però trovare un’immagine speculare per quegli esponenti del paradigma dominante ai quali capita di dichiarare che va tutto bene anche nel mezzo di una situazione palesemente fuori controllo. Ad esempio, potremmo dire che un simile comportamento ricorda quei semafori che continuano imperturbabili ad alternare il rosso e il verde anche al cospetto di un gigantesco ingorgo.“ — Emiliano Brancaccio

Io amo le macchine imprecise, i computer che sbagliano, i semafori che s’incantano.
Giorgio Manganelli

Il paese dove abito è così vecchio, ma così vecchio, che i semafori sono in bianco e nero.
Mauroemme

Come due strade che provengono lontane, dai due capi opposti del mondo e si incontrano. Questo è l’amore. Altri più semplicemente lo chiamano incrocio e ci mettono un semaforo.
Fabio Fazio

Da noi non c’è automobilista che, fermo a un semaforo, non abbia fatto esperienza della povertà. E allora, un po’ per tacitare la coscienza, un po’ per toglierci il fastidio, apriamo il finestrino e facciamo l’elemosina, ben sapendo che l’elargizione di denaro non risolve il problema né a breve né a lungo termine.

A casa di Chamberlain c’era un semaforo, che Chamberlain azionava quando portava le sue discrete conquiste, ovviamente più di una alla volta, rosso giallo verde. Rosso: te ne devi andare. Giallo: vediamo. Verde: go. Chissà perché diceva sempre “go”…“ — Federico Buffa

Voglio parlare del cervello. L’emisfero destro, quello razionale, e l’emisfero sinistro, quello della fantasia. Quello che fa credere all’automobilista costretto a fermarsi col rosso che è il semaforo ad avercela con lui.
Beppe Grillo, in Cervello

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