Politica

Guerra, fascismo e marcia su Roma: il commovente discorso di Liliana Segre al Senato

Un toccante discorso di Liliana Segre ha aperto la seduta del Senato di oggi, giovedì 13 ottobre. La senatrice vita ha presieduto la seduta che, di fatto, apre la nuova era del governo Meloni dopo le elezioni dello scorso 25 settembre. Un discorso in cui la senatrice a vita ha toccato molti punti: dalla guerra in Ucraina alla fuga dal voto, passando per la marcia su Roma e gli orrori del nazifascismo.



Senato, il toccante discorso di Liliana Segre

“Desidero indirizzare al presidente emerito Giorgio Napolitano che non ha potuto presiedere, gli auguri nella speranza di poterlo rivedere presto ristabilito in Senato“. Così in Aula al Senato la presidente Liliana Segre per l’avvio della XIX legislatura in Senato.

“In questo mese di ottobre- prosegue – nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica”. 

“Ed il valore simbolico – aggiunge – di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!”.

Liliana Segre sulla Costituzione

“In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione repubblicana, che come disse Piero Calamandrei non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti. Il popolo italiano ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica”. L’ha detto la senatrice a vita Liliana Segre nel suo discorso in apertura della seduta per il voto del presidente del Senato.

Le festività civili

“Le grandi nazioni, poi, dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria. Perché non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date ‘divisive’ anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 Aprile festa della Liberazione, il 1° Maggio festa del lavoro, il 2 Giugno festa della Repubblica?”. L’ha detto, tra gli applausi, la senatrice a vita Liliana Segre nel suo discorso in apertura della seduta per il voto del presidente del Senato

Liliana SegreSenato della Repubblica