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Settore Immobiliare: le previsioni del 2023

La crescita dei prezzi delle materie prime e la conseguente inflazione che anche a dicembre, secondo le rilevazioni ISTAT, ha toccato la doppia cifra assestandosi su un +11,6% sta interessando ogni settore con ripercussioni economiche rilevanti sia per gli imprenditori coinvolti che per i risparmiatori che intendono investire.
Non fa eccezione il mercato immobiliare che dopo, un 2022 caratterizzato da un innalzamento dei prezzi per gli immobili, anche nel 2023 vedrà un aumento in linea con l’anno appena finito e una inevitabile contrazione a livello di compravendite.

Immobiliare: l’andamento degli ultimi anni

Se nel 2022 i prezzi delle case e degli immobili in generale sono aumentati del 3%, come rilevato da Nomisma, nel 2023 il trend continuerà a salire, arrivando secondo le previsioni a un 6% di crescita del valore, sia per i succitati livelli di inflazione sia per una scarsità di offerta. Una evidenza che riguarderà in particolar modo gli edifici di nuova costruzione che hanno dovuto sostenere maggiori costi per il reperimento energetico e dei materiali.

Una situazione che va in netta controtendenza rispetto a quanto accaduto negli ultimi anni in Italia. Il nostro Paese, infatti, è stato caratterizzato da una diminuzione rilevante dei prezzi immobiliari che, come emerso da uno studio di Eurostat, sono scesi del 15% nel periodo compreso tra il 2010 e il 2020, a differenza di quanto analizzato nel resto dell’Unione Europea, con un +26% e una crescita costante partendo dal 2013.

Dati che risultano essere ancor più peggiorativi se viene preso in esame un differente periodo di riferimento, 2007-2017, quando gli immobili videro scendere il proprio valore drasticamente, con un calo dei prezzi che arrivò addirittura al 40,3% nelle grandi città.

Per il 2023, è previsto un calo delle compravendite di poco inferiore del 6%, in linea con quanto emerso nell’anno appena terminato.

Malgrado tutto, però, l’Italia, proprio per quanto accaduto nel recente passato, è caratterizzata da prezzi che generalmente sono inferiori rispetto agli altri Paesi Europei, fatta eccezione per quelli le cui economie non sono paragonabili alla nostra, come Ungheria, Albania o Croazia, rendendo la Penisola terreno fertile per gli investitori d’oltre confine che vogliono indirizzare i propri capitali nel settore immobiliare, come già accaduto nell’anno appena concluso, nel quale circa il 70% delle acquisizioni è avvenuto da soggetti esteri.

Investire all’Estero: un trend in crescita

La casa rappresenta da sempre un bene “rifugio” nel quale milioni di italiani negli anni hanno deciso di investire per ripararsi dall’incertezze del mercato azionario e dai bassi rendimenti offerti dai depositi bancari.

Una tendenza che, malgrado la crisi in atto, continua a interessare gli investitori che oggi si trovano però a fare i conti con tassi di interesse per i mutui in salita e un regime fiscale da sempre poco conveniente, e che per questo stanno volgendo l’attenzione verso investimenti immobiliari all’estero, in quei Paesi che, come sottolineato sul sito di Vivere Real Estate, offrono grandi opportunità in virtù di un mercato più dinamico, una tassazione meno pesante, un settore turistico in espansione e rendimenti per i canoni di locazione in crescita, senza contare la presenza di un cambio valuta conveniente e un iter burocratico più rapido e snello.

L’investimento immobiliare all’estero consente quindi di beneficiare di un flusso di cassa continuo e consistente e permette di diversificare il proprio portafoglio, con reali opportunità di crescita dell’immobile, sfruttando anche il regime di sgravi fiscali per le imprese presente in alcuni Paesi, che lo rendono una ottima soluzione anche per le aziende o per chi vuole aprire un’attività imprenditoriale fuori dai nostri confini nazionali.

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