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Cos’è la Shoah: significato, cause e differenze con l’Olocausto

Cos’è la Shoah, qual è il significato di questa parola e che differenza c’è con Olocausto? Come spiegato dall’enciclopedia Treccani, Shoah è un termine ebraico della Biccia che sta per “tempesta devastante”. Viene usato per fare riferimento allo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale; è vocabolo preferito a olocausto in quanto non richiama, come quest’ultimo, l’idea di un sacrificio inevitabile.

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La Shoah

Shoah, cos’è e significato della parola

Fra il 1939 e il 1945 circa 6 milioni di Ebrei vennero sistematicamente uccisi dai nazisti del Terzo Reich con l’obiettivo di creare un mondo più ‘puro’ e ‘pulito’. Ma perché si usa la parola Shoah e non Olocausto per indicare lo sterminio degli ebrei da parte del partita nazista di Adolf Hitler? La maggior parte degli studiosi, considera più appropriata la parola Shoah, derivante dalla lingua ebraica e utilizzata nella Bibbia con il significato di catastrofe, disastro e distruzione. Questo perché il termine olocausto, derivante dal greco e dal latino, traduce anche una parola biblica legata alla sfera dei sacrifici cruenti e animali, dunque un sacrificio evitabile.

Cause e responsabili della Shoah

I responsabili della Shoah furono i vertici politici, civili e militari del regime nazista che idearono, pianificarono e condussero, dal 1938 al 1945, il genocidio sistematico di milioni di persone ritenute “indesiderabili” (ebrei, rom, disabili, omosessuali, religiosi e altri) che in quanto tali ne finirono vittime.

Le cause sono riconducibili ad una ideologia razzista e specificamente antisemita che affondava le sue radici nel 19° sec. e che i nazisti, a partire dal libro Mein Kampf di Adolf Hitler (1925), posero a fondamento del progetto di edificare un mondo ‘purificato’ da tutto ciò che non fosse ariano.

Riassunto breve della Shoah

Com’è può essere riassunto il dramma della Shoah? La Shoah è iniziata con le prime discriminazioni verso il popolo ebraico, subito dopo l’ascesa al potere di Adolf Hitler in Germania, ufficialmente con l’intenzione di risollevare dalla crisi l’economia tedesca dopo la Prima Guerra Mondiale.

Nasce così il Terzo Reich, seguito dalle leggi di Norimberga del 1935 che portarono ad una censura degli oppositori e creano forti discriminazioni nei confronti di determinate categorie di persone. Ebrei, ma non solo: le leggi razziali, approvate in Italia nel 1938, erano rivolte anche a disabili, omosessuali e rom. Queste persone non potevano entrare in determinati negozi, usufruire di servizi essenziali come la scuola o i mezzi di trasporto, e addirittura lavorare. Erano anche vietato i matrimoni cosiddetti “misti”, fra “ariani” ed ebrei. All’interno delle città vengono istituiti i ghetti, interi quartieri dove gli ebrei vengono nei fatti rinchiusi.

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La Shoah

Nascono così i campi di concentramento o lager, ovvero luoghi di reclusione nati fondamentalmente per la detenzione di prigionieri abili al lavoro. In questi campi, i prigionieri erano costretti a vivere in condizioni disumane, lavorando per ore e ore, fino a morire o ad essere uccisi. Alcuni erano veri e propri campi di lavoro, altri invece miravano al sistematico sterminio dei prigionieri inadatti al lavoro. Tra questi c’è Auschwitz, uno dei più noti: qui vengono installati forni crematori e camere a gas. I cancelli di Auschwitz vennero aperti il 27 gennaio del 1945, data che viene ricordata ancora oggi con la Giornata della Memoria.

Quante persone sono morte nella Shoah

Non si potrà mai avere un numero certo e definitivo, ma si conta che gli ebrei uccisi nella Shoah siano stati circa 6 milioni.

Giornata della Memoria