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Gli Anelli del Potere, com’è stato realizzato il sesto episodio: dalla battaglia all’esplosione

Il sesto episodio, intitolato Udûn, è incentrato su un'importante battaglia

Com’è stato realizzato il sesto episodio della serie de Il Signore degli Anelli, nello specifico, la battaglia e l’esplosione? Il sesto episodio si intitola Udûn, ed è incentrato sulla grande battaglia contro gli orchi nelle Terre del Sud. Si tratta della sequenza di battaglia più impegnativa e spettacolare vista finora nella serie. Per realizzarla è stato necessario un grande numero di mezzi sia sul set che in post-produzione.

Il Signore degli Anelli, la serie: com’è stato realizzato il sesto episodio?

In una serie di interviste rilasciate negli ultimi giorni, la regista Charlotte Brändström e il produttore degli effetti visivi Ron Ames, hanno rivelato come hanno lavorato a questo complesso episodio. Parlando con Slashfilm, Ames ha raccontato come tutto si basi su un’attenta pianificazione: ”In questo caso particolare abbiamo pianificato tutto nei minimi dettagli, guidati dalla regista e dal nostro regista di seconda unità, Vic Armstrong, che adoro – è uno degli stuntman più famosi al mondo.

È Indiana Jones (lo stuntman di Harrison Ford nei film). Lui è esperto di classiche battaglie inglesi a cavallo, e questa sequenza era esattamente quel tipo di battaglia. Abbiamo progettato ogni passaggio, utilizzando tecniche ultramoderne tratte dalla produzione virtuale (cineprese virtuali e motori di gioco per previsualizzare tutto) e gli storyboard. Abbiamo anche utilizzato metodi più tradizionali, girando delle sequenze di prova con gli stuntmen sul campo”. 

Dettagli sulla battaglia e l’esplosione

Nella stessa intervista, Ames parla della realizzazione degli orchi, che appaiono tutti molto diversi l’uno dall’altro: ”Il nostro supervisore agli effetti visivi Jason Smith ha studiato makeup prostetico da giovane, ed era molto interessato a lavorare in questo modo su tutte le creature. Il nostro approccio è stato comunque basato su ciò che volevamo raccontare: ovvero che gli orchi non sono esseri soprannaturali, sono stati fatti (lo racconta Tolkien) proprio come uomini e donne. Quindi ci sono orchi uomo, orchi donna, orchi bambini, famiglie di orchi – non volevamo rappresentassero semplicemente il male incarnato. Sono una razza di esseri oppressi. C’è qualcosa di umano in loro, anche se in un’organizzazione molto stratificata, quasi fascista, dove ci sono leader e scavatori”. 

Ames racconta poi com’è stata realizzata la colossale sequenza del vulcano: È la mia sequenza preferita dell’intera stagione. Amo quella sequenza. È stata progettata dal nostro supervisore Jason Smith, e abbiamo coordinato Weta, ILM e Rising Sun in Australia per realizzarla. È stata un lavoro collettivo tra queste aziende. […] Abbiamo iniziato basandoci sulla realtà, guardando foto e film, analizzando Pompei, guardando cosa è successo e informandoci sull’aspetto che avrebbe avuto. Può fisicamente accadere? La risposta è sì. Abbiamo unito tutto utilizzando la fotografia: l’architettura della montagna è reale. Siamo andati nell’Isola del Sud, scattando fotografie del luogo reale dove si trovava la torre, e la cascata e tutto il resto è basato su foto vere.

Anche Brändström poi su Variety aggiunge: ”Quando ho letto la sceneggiatura mi sono detta “wow, questo è il sogno di qualsiasi regista”. La pressione era altissima, perché dovevamo fare di tutto perché fosse visivamente perfetto. Abbiamo lavorato duramente, mescolando effetti visivi e speciali, stunt reali e duro lavoro. Ho studiato ogni eruzione vulcanica che si possa pensare. Siamo andati a vedere le formazioni di cenere vulcanica, dall’eruzione di Pompei a quello che è successo poco tempo fa in Nuova Zelanda, dalle Canarie all’Italia”

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