Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, meglio noto come Sócrates è stato un calciatore e medico brasiliano, di ruolo centrocampista.
Capitano della Nazionale brasiliana ai mondiali del 1982 e del 1986, nel marzo del 2004, fu inserito, dal connazionale Pelé all’interno del FIFA 100 una speciale classifica che include i più grandi calciatori della storia viventi al momento della stesura.
Sócrates, tutto quello che c’è da sapere sul celebre “Doutor Guevara do futebol”
Nato a Belém il 19 febbraio del 1954 Socrates è stato un grande calciatore brasiliano. Il padre proviene da una famiglia povera dell’Amazzonia: autodidatta e appassionato di lettura, ama i classici greci, da cui il nome del figlio.
Anche il fratello minore Raí è stato un campione brasiliano. In seguito alla sua nascita, la famiglia si trasferisce a Ribeirão Preto. Il padre Raimundo, benché non abbia studiato molto, lo chiama come il filosofo greco dopo aver letto La Repubblica di Platone e lo manda a scuola e all’università, permettendogli di laurearsi in medicina. Inizialmente Sócrates non esercita la professione, preferendo l’attività di calciatore. Durante la sua esperienza nella Fiorentina, un quotidiano lo soprannominò “Il dottor Guevara del futebol”. Per la sua laurea era soprannominato anche solo dottore.
La democracia corinthiana nei terribili anni della dittatura
Sono altri i calciatori brasiliani dei quali, anche a distanza di tempo, si preferisce avere un ricordo più nitido per ciò che fecero in campo. Di Sócrates invece, ancora oggi si ricorda ciò che fece fuori, bella vita a parte. Quel suo carattere ribelle che lo faceva sentire, come amava proclamarsi, “uomo di sinistra e anticapitalista”. A tal punto di essere definito, da un giornalista italiano ai tempi della Fiorentina, “il dottor Che Guevara”.
Si professava di sinistra ma sempre democratico. Anzi, negli anni in cui anche Brasile (come in molti Stati del Sudamerica) regnava la dittatura, Sócrates lottava (anzi giocava) per la democrazia. E nel corso della sua decennale esperienza al Corinthians inventò quella che è passata alla storia come la democrazia corinthiana. Una nuovo modo di gestire una squadra. Totalmente in mano ai calciatori stessi che appunto “si autogestivano”.
Come rifiuto a qualsiasi forma di potere imposto, per tre anni, i calciatori del Corinthians si allenarono da soli, senza subire il comando di qualcuno. Anche se lo staff tecnico c’era, a prendere le decisioni dovevano essere soltanto loro. Attraverso un sistema a votazione. Democratico appunto. Oggi, del sistema di autogestione inventato da Sócrates non è rimasto alcunché. Nessuna squadra lo ha più adottato. Finita la dittatura, è finita anche la democrazia corinthiana.
Il ritiro, i problemi di salute e la morte
Ritiratosi dal calcio nel 1988, inizia la carriera da medico a Ribeirão Preto, svolgendo inoltre anche l’attività di commentatore sportivo per la tv brasiliana, oltre a incidere un disco, a fare l’impresario teatrale e ad avvicinarsi anche alla politica.
Nel corso del 2011 Sócrates è ricoverato più volte in ospedale per disturbi all’apparato digerente e intestinale, causati dall’abuso di alcol e sfociati poi, a settembre, in un’emorragia intestinale complicata da una cirrosi epatica in atto. Il 3 dicembre è ricoverato nuovamente a causa di un’infezione intestinale che ne provoca la morte il giorno dopo: Sócrates, che ha accusato un malore dopo una cena, è tenuto in vita da un respiratore artificiale; il decesso avviene all’ospedale Albert Einstein di San Paolo alle 4.30 ore brasiliana, a causa di uno shock settico.
Sócrates aveva previsto tutto già nel 1983 dicendo: «vorrei morire di domenica, nel giorno in cui il Corinthians vince il titolo», e l’ex giocatore è scomparso a San Paolo il 4 dicembre del 2011 proprio nel giorno in cui il Corinthians si è laureato campione nazionale; al triplice fischio della gara con il Palmeiras, migliaia di tifosi hanno omaggiato il “Dottore” andando in pellegrinaggio sulla sua tomba.