Il Governatore della Sardegna, Christian Solinas è indagato per corruzione. La finanza ha eseguito il sequestro cautelativo di beni per un valore di circa 350 mila euro nei confronti del presidente uscente e di altri sei indagati per corruzione.
Solinas indagato per corruzione, disposto il sequestro dei beni
Il sequestro dei beni e delle proprietà del governatore Christian Solinas, indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta di un anno fa, ha smosso la campagna elettorale in Sardegna e approfondito le spaccature già aperte nel centrodestra.
La Guardia di Finanza ha effettuato sequestri preventivi di beni per un valore di circa 350mila euro nei confronti del presidente uscente e di altri sei indagati per corruzione.
Secondo alcuni esponenti del governo, la svolta delle autorità giudiziarie potrebbe accelerare l’epilogo del candidato del centrodestra e far retrocedere Solinas in una corsa ad una seconda elezione. L’epilogo, di cui si vocifera da diversi giorni, spianerebbe decisamente la strada a Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, promosso da Fratelli d’Italia e già in campagna elettorale nel più piccolo comune dell’isola come candidato in pectore. Finora la federazione è l’unico partito che ha appoggiato Solinas, e la federazione non ha mai ritirato il suo sostegno a Solinas. Il leader del partito ha dichiarato ad Agorà: “Per me, in linea di principio è sempre meglio sostenere i candidati uscenti, ma nel nome dell’unità della coalizione troveremo un accordo”.
Le indagini
Nel primo filone con il governatore sono indagati l’imprenditore Roberto Zedda e il consigliere regionale Nanni Lancioni (Psd’Az). L’indagine riguarda, come riporta Il Sole 24 Ore, la compravendita da parte di Zedda di una proprietà di Solinas a Capoterra e poi il successivo acquisto di una casa da parte del presidente della Regione vicino al Poetto di Cagliari. Per gli inquirenti, Zedda avrebbe ottenuto in cambio una fornitura di termoscanner e la prosecuzione della fornitura di software e hardware nell’ambito del project financing di Nuoro.
Il secondo filone riguarda presunte pressioni per la nomina di Raimondi al vertice dell’Enpi e, secondo l’ipotesi della Procura, legata alla promessa di una laurea ad honorem di un’università albanese. Sono sotto accusa anche il consulente di Solinas, Christian Stevelli, il rettore dell’università di Tirana Arben Gjata e il direttore generale della E-Campus Algonso Lovito.