Per Alessia Pifferi, la madre che ha ucciso la piccola Diana è stata disposta la sorveglianza speciale e l’isolamento per evitare gesti estremi nel carcere o violenze da parte degli altri carcerati nei suoi confronti.
Sorveglianza speciale per Alessia Pifferi
Si teme che possa suicidarsi in carcere Alessia Pifferi, la donna accusata di aver ucciso la figlia di stenti nei sei giorni che si era allontana da casa. Per lei è stata disposta l’isolamento per evitare atti di autolesionismo ma anche violenze da parte di altri carcerati nei suoi confronti.
Prevista per domani l’autopsia sulla piccola
Si attende intanto l’autopsia di domani sul corpo della piccola Diana: al momento si sa che la piccola era morta da almeno 24 ore al momento del ritrovamento. Saranno però gli esami sul latte che era nel biberon che sveleranno se la piccola sia stata sedata: in cucina infatti è stata trovata una boccetta vuota di En.
La donna non ha mai chiesto aiuto per assistere la piccola
Altro punto da chiarire durante le indagini è perché la donna non ha mai chiesto aiuto e perché i servizi sociali non si sono mai accorti di nulla. La piccola era nata nel bagno della casa del suo compagno nella Bergamasca: la 37enne avrebbe raccontato ai poliziotti di non aver mai detto all’uomo di avere avuto una figlia. La donna non sarebbe stata affettuosa e premurosa, nonostante al momento del suo arresto abbia detto di essere “una buona mamma”.
Milano, bimba morta di stenti: cos’ha detto la madre Alessia Pifferi
Non solo. Forse la piccola Diana è stata anche sedata: “Non si esclude (sono in corso accertamenti) che la vittima, magari attraverso il latte contenuto nel biberon che la madre ha lasciato accanto alla figlia prima di andarsene, abbia ingerito benzodiazepine”. Per il Pm “ciò giustificherebbe il fatto che nessuno dei vicini abbia sentito la bimba piangere”.
La madre di Alessia ha detto agli investigatori anche altro. Ovvero che la figlia conduceva una “vita libertina” dopo la separazione dal marito. Ha raccontato di “diversi uomini di cui mi parlava quando ci sentivamo al telefono”. Anche se a Leffe, il paese d’origine in provincia di Bergamo, si spacciava per psicologa infantile la donna “non si impegnava neanche a trovare un lavoro per il suo sostentamento”, racconta La Stampa citando i verbali degli interrogatori.
La figlia un ostacolo per le sue relazioni
Sarebbe proprio questo quindi il motivo che ha spinto Alessia Pifferi a lasciare da sola la bimba: era un ostacolo alle sue relazioni con altri uomini. E ancora: “l’8 luglio scorso mi ha inviato la foto di una limousine lussuosa, che la stava andando a prendere. E che lei non si poteva permettere”. La madre le aveva chiesto spiegazioni: “Lei mi ha risposto che si trattava di un sogno che aveva da tempo”. Dalle varie testimonianze emerge anche la descrizione di una persona che viveva raccontando “bugie”. Le avrebbe dette anche al compagno – che ha raggiunto a Leffe (Bergamo) la sera del 14 luglio lasciando la piccola nel lettino della casa di via Parea – quando gli ha spiegato che Diana era al mare con la sorella.
“Io ci contavo sulla possibilità di avere un futuro con lui (il compagno, ndr) e infatti era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire” ha dichiarato la donna, secondo quanto si legge nell’ordinanza. “È per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire”.
Il pm: “Donna pericolosa, non ha avuto scrupoli”
Emergono nuovi dettagli sulla vicenda della bimba di 18 mesi morta da sola in casa. Alessia Pifferi, la 37enne che si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato per aver lasciato per più di 6 giorni a casa la figlia di un anno e mezzo, per portare avanti le sue relazioni e divertirsi non ha avuto scrupoli nel lasciare la piccola nell’abitazione, ben sapendo che poteva morire di stenti.
Chi è Alessia Pifferi, accusata di aver ucciso la figlia
Ragazza madre, ha partorito la piccola Diana al settimo mese in casa. Con l’ex marito, che non è il padre della bimba, non c’è più alcun rapporto nonostante vivano sullo stesso pianerottolo. Il nuovo compagno è un elettricista di 58 anni di Leffe, paese della Bergamasca, dove la donna si è recata giovedì 14 luglio lasciando da sola la piccola a casa.
Gli inquirenti: “Ha vissuto come se figlia non fosse mai esistita”
Proprio nel paesino, i residenti che conoscono la coppia descrivono la Pifferi come una “madre premurosa che pareva adorasse la figlia”. Gli investigatori, al contrario, dopo aver ascoltato le sue risposte alle loro domande, ritengono che la 37enne abbia vissuto facendo finta di non averla mai avuta.