Scienza e Tecnologia

Scoperte “spiagge da sogno” su Marte: un tempo il Pianeta Rosso ospitava un vero oceano

spiagge scoperte marte 25 febbraio
Marte

Nel profondo di Marte, grazie alle informazioni raccolte dal rover cinese Zhurong, i ricercatori hanno scoperto antiche spiagge simili a quelle delle vacanze. Questi depositi costieri sono comparabili a quelli presenti nel sottosuolo terrestre. Proprio in queste aree si dovrebbero cercare indizi di forme di vita extraterrestre.

Marte, scoperte “spiagge da sogno” sul pianeta rosso

Su Marte sono state scoperte evidenze di antiche spiagge in un contesto che gli scienziati hanno descritto con un tocco di ironia come “stile vacanziero”. Questa scoperta è straordinaria per due motivi: innanzitutto, conferma che Marte, attualmente molto arido, un tempo ospitava veri e propri oceani, simili a quelli della Terra; in secondo luogo, questi luoghi rappresentano un ambiente ideale per cercare tracce di vita aliena antica. Infatti, si ritiene che la vita microbica sul nostro pianeta sia emersa proprio nelle acque costiere del “brodo primordiale”. Le spiagge marziane non si trovano nemmeno a profondità estreme, poiché sono state individuate da un radar capace di sondare il sottosuolo fino a 80 metri. Anche se non sono facilmente accessibili, con la tecnologia adeguata, in un futuro non troppo lontano potremmo riuscire a raggiungerle e studiarle.

Proprio in questo luogo potremmo trovare le evidenze che la vita non si è sviluppata solo sulla Terra, un’ipotesi ritenuta altamente improbabile dagli scienziati, considerando l’immensità dell’Universo. Secondo uno studio, nella Via Lattea potrebbero esistere fino a 36 civiltà aliene intelligenti. La scoperta delle “spiagge da vacanza” sepolte su Marte è stata effettuata da un team di ricerca internazionale, guidato da scienziati dell’Aerospace Information Research Institute dell’Accademia cinese delle scienze di Pechino e della Facoltà di Ingegneria Civile e Trasporti dell’Università di Guangzhou, in collaborazione con esperti di vari istituti.

Le ricerche

Tra gli enti coinvolti ci sono il Dipartimento di Scienze della Terra e dei Pianeti dell’Università della California di Berkeley (Stati Uniti), il Dipartimento di Geoscienze dell’Università Statale della Pennsylvania e il Dipartimento di Ingegneria Geotecnica dell’Università di Tongji di Shanghai. I ricercatori, guidati dai professori Jianhui Li e Hai Liu, hanno raggiunto le loro conclusioni dopo aver esaminato i dati ottenuti dallo strumento Subsurface Penetrating Radar (RoSPR) montato sul rover cinese Zhurong, che è atterrato il 14 maggio 2021 nella Utopia Planitia, una vasta pianura situata nell’emisfero settentrionale del Pianeta Rosso.

Il radar a penetrazione del suolo RoSPR opera su due bande di frequenza (basse e alte) ed è progettato per inviare impulsi radio fino a 80 metri di profondità, permettendo di esplorare le rocce sotterranee. Le onde riflesse captate dai suoi sensori consentono di analizzare le caratteristiche e la composizione del sottosuolo. Grazie alle variazioni di densità, è possibile creare una mappa tridimensionale di ciò che si trova sotto la regolite di Marte. Questo strumento ha permesso di identificare vaste aree di sabbia marziana, collegate a un antico oceano che, circa 4 miliardi di anni fa, copriva una grande porzione sotto il polo nord del pianeta. Uno degli aspetti più affascinanti di queste spiagge “in stile vacanziero” è la loro inclinazione di 15°, identica a quella dei depositi di sabbia simili presenti nel cuore della Terra.

Il materiale

La quantità di materiale, la sua disposizione e la modellazione suggeriscono che non si tratti né di depositi di lava né di resti di crateri da impatto, ma piuttosto di spiagge – o, più precisamente, di depositi costieri – che un tempo si affacciavano su un vasto mare, modellate dall’azione delle onde, delle maree e del vento. “Stiamo scoprendo luoghi su Marte che sembravano antiche spiagge e delta fluviali. Abbiamo trovato evidenze di vento, onde e una notevole quantità di sabbia, ma una vera e propria spiaggia in stile vacanziero”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Benjamin Cardenas, coautore dello studio. Le caratteristiche di questi depositi indicano una dinamica attiva tra terra e acqua, con processi di erosione, trasporto e accumulo di materiale.

“Riflettendo su dove si è originata la prima vita sulla Terra, possiamo notare che ciò è avvenuto nell’interazione tra oceani e terraferma. Questo suggerisce l’esistenza di antichi ambienti abitabili, in grado di offrire condizioni favorevoli alla vita microbica”, ha commentato Cardenas. Numerosi studi hanno fornito evidenze della presenza di acqua su Marte, dai resti di antiche valli fluviali a vasti depositi sotterranei di acqua, dove è probabile che il fluido sia migrato per sfuggire all’evaporazione. La scoperta di spiagge marziane rappresenta un’ulteriore conferma che, in passato, il Pianeta Rosso era molto simile alla Terra e potrebbe aver ospitato forme di vita ora estinte. O forse, queste forme di vita potrebbero essere migrate sulla Terra tramite il bombardamento di meteoriti. I dettagli della ricerca intitolata “Antichi depositi costieri oceanici osservati su Marte” sono stati pubblicati su PNAS.

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