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Dpcm, spostamenti tra regioni, seconde case: cosa cambia dal 15 febbraio?

L’Italia è in attesa delle nuove regole su spostamenti, coprifuoco, ristoranti, palestre, bar, teatri e, in generale, tutto ciò che riguarda le limitazioni imposte dal Covid. La data prevista per lo scadere delle attuali regole allo spostamento è fissata per il 15 febbraio. Nel marasma di crisi di governo e passaggio di consegne tra l’ex premier Conte e il neo presidente Draghi, una delle prime cose da fare sarà emanare un eventuale nuovo provvedimento, tutto ancora da scrivere.
Non si sa, infatti, se verrà prorogata la validità dell’attuale Dpcm, che recita: “fino al 15 febbraio 2021 è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione”.

Per quanto riguarda tutte le altre restrizioni, rimangono in vigore fino al 5 marzo. Sempre valido il coprifuoco che ci vuole a casa entro le 22 e almeno fino alle 5 (come se qualcuno avesse mai voglia di uscire prima di quell’ora se non per comprovate esigenze lavorative o di necessità). In zona gialla ristoranti e bar aperti solo a pranzo e fino alle 18 e ovviamente vietata ogni festa in locali pubblici o privati. Sempre fino al 5 marzo chiusura totale per cinema e teatri. Stessa sorte per piscine e palestre su cui però si aprono spiragli per gli allenamenti individuali.

Dpcm, spostamenti tra regioni, seconde case: cosa cambia dal 15 febbraio?

L’andamento dei contagi da Coronavirus sarà sotto stretta osservazione per capire se davvero a partire dal 15 febbraio si potrà dare il via libera alla riapertura dei confini regionali, degli impianti sciistici oltre che alla ripartenza dello sport e alla ripresa dei concorsi della pubblica amministrazione. Di sicuro il sistema delle zone a colori resterà attivo fino al 5 marzo, ultimo giorno di validità del Dpcm: da lì in poi servirà un nuovo decreto.

Spostamento tra regioni

Il divieto di spostamento tra regioni è valido fino al 15 febbraio, fatta eccezione per motivi di lavoro, salute e urgenza. La curva dei contagi si è mantenuta sotto controllo fino ad oggi e l’Rt è inferiore a 1, se così sarà anche tra due settimane allora si potrà dare il via libera agli spostamenti tra le regioni e ne potrà beneficiare anche il turismo interno.

Seconde case

Come specificato nelle Faq pubblicate dal governo «dal 16 gennaio 2021 le disposizioni in vigore consentono di fare rientro alla propria residenza domicilio o abitazione senza prevedere più alcuna limitazione rispetto alle cosiddette seconde case. Pertanto proprio perché si tratta di una possibilità limitata al rientro è possibile raggiungere le seconde case anche in un’altra regione o provincia autonoma o anche da o verso le zone arancione o rossa solo a coloro che possono comprovare di aver effettivamente avuto titolo per recarsi nello stesso immobile anteriormente all’entrata in vigore del decreto legge 14 gennaio 2021.

Tale titolo, per ovvie esigenze antielusive, deve avere data certa come ad esempio la data di un atto stipulato dal notaio ovvero la data di registrazione di una scrittura privata anteriore al 14 gennaio 2021. Sono dunque esclusi tutti i titoli di godimento successivi a tale data comprese le locazioni brevi non soggetti a registrazione».

Sport e impianti da sci

Resta ancora da decidere quale sarà il destino dello sport, il confronto tra il ministro Spadafora e il Cts prosegue e non è escluso che nel prossimo Dpcm si possa dare il via libera alla riapertura di palestre e piscine almeno in zona gialla. Il 15 febbraio, salvo cambiamenti, è fissata la riapertura degli impianti da sci e proprio in questi giorni le regioni dovranno inviare al Cts le linee guida per evitare gli assembramenti.

Concorsi pubblica amministrazione

«A decorrere dal 15 febbraio 2021 sono consentite le prove selettive dei concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni nei casi in cui è prevista la partecipazione di un numero di candidati non superiore a trenta per ogni sessione o sede di prova, previa adozione di protocolli adottati dal Dipartimento della Funzione Pubblica e validati dal Cts».

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