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Squali volpe trovati morti sul lungomare di Torre del Greco: pescati e poi abbandonati

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Gli esemplari

Sarebbero stati prima pescati e poi abbandonati i due squali volpe trovati morti a ridosso del lido La Scala, lungo via Calastro, nella parte iniziale del lungomare di Torre del Greco, in provincia di Napoli. Ad avvistare due animali, spiaggiati e ormai privi di vita, alcuni passanti che allertarono le forze dell’ordine e i volontari delle associazioni che si occupano del mare.

Squali volpe trovati morti a Torre del Greco: pescati e poi abbandonati

Ieri mattina è stata eseguita l’autopsia sugli esemplari, una specie protetta e innocua per l’uomo, condotta all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici, cui hanno partecipato anche ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn. Dall’esame autoptico è emerso che il decesso è dovuto a lesioni profonde nella zona del cavo orale, causate da un amo. Uno degli squali era una femmina gravida di quattro cuccioli.

Ad uccidere gli squali, come si legge nell’esito dell’esame: “una lesione compenetrante associata a un processo emorragico nell’area del cavo orale, compatibile con l’infissione di un amo da pesca. Entrambi sono stati ritrovati con la coda legata a una cima e vincolati a un corpo galleggiante”.

Gli ami con cui sono stati infilzati i due squali volpe erano parte di un palangaro, una tecnica di pesca che prevede l’uso di una lunga lenza da cui ricadono diversi ami, usata per la cattura dei tonni ma che può accidentalmente catturare specie protette. Per caricarli, usano un raffio, un arpione aguzzo, con cui si accaniscono provocando ferite.

“Non possiamo dire con certezza se a pescare questi squali volpe siano professionisti o no, ma in ogni caso è una carognata. È un pesce che ha uno scarso valore commerciale, non oltre un euro al chilo, avrebbero potuto liberarli” ha commentato Antonio Terlizzi, direttore del Dipartimento di Ecologia della Stazione zoologica, presente all’autopsia insieme al collega Massimiliano Bottaro.

Il commento dall’associazione Fondali Campania.

“La presenza di questi esemplari nelle acque di Torre del Greco può essere indicativa di alcuni fattori ambientali che spingono la specie a migrare verso aree meno usuali, come il Golfo di Napoli.” hanno spiegato dall’associazione Fondali Campania.

Sempre da Fondali Campania sottolineano che quella definita volpe “è una specie di squalo dalla morfologia unica, caratterizzata da una lunga coda a forma di frusta che utilizza per cacciare le prede. Di solito, preferisce le acque aperte e profonde, e avvistamenti così vicini alla costa risultano eccezionali. Con la sua velocità e agilità, lo squalo volpe rappresenta un predatore sofisticato e, allo stesso tempo, non costituisce una minaccia diretta per l’uomo. Questo squalo si nutre prevalentemente di pesci più piccoli e calamari, che caccia grazie alla forza della sua coda.” concludono da Fondali Campania“.

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