Cronaca

“Education at a Glance” 2024: gli stipendi degli insegnanti italiani restano i più bassi del mondo

Insegnanti
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Lo studio “Education at a Glance” evidenzia il limitato investimento dell’Italia nell’istruzione, pari al 4% del PIL. Gli stipendi dei dirigenti scolastici, invece, si collocano tra i più bassi dei Paesi sviluppati. Inoltre, le donne con titolo universitario guadagnano il 58% in meno rispetto agli uomini.

Gli stipendi degli insegnanti italiani restano i più bassi del mondo

Secondo il rapporto “Education at a Glance” 2024, gli stipendi degli insegnanti in Italia sono tra i più bassi dei Paesi OCSE, e il nostro Paese continua a investire meno rispetto alla media internazionale nel settore educativo. Questi dati sono stati ripresi dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che ha messo in evidenza l’importanza di aumentare le retribuzioni dei docenti e di affrontare il persistere del divario salariale di genere. Il rapporto ha rivelato che lo stipendio medio dei professori italiani è rimasto a 31.950 euro nel 2019, scendendo successivamente a 31.320 euro nel 2023, mentre in nazioni come la Germania gli stipendi continuano a salire.

Schlein ha denunciato il basso investimento italiano nell’istruzione, pari al 4% del PIL, e ha sollecitato il governo a intervenire: “Il governo deve dimostrare di voler affrontare il problema incrementando le risorse nella prossima manovra”. Ha poi posto l’attenzione sull’urgenza di affrontare anche il divario retributivo di genere, che in Italia è il più ampio tra i Paesi OCSE. Le giovani laureate guadagnano il 58% in meno rispetto agli uomini.

Valditara: “Aumenti in arrivo e dati OCSE da contestualizzare”

Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha fatto chiarezza ieri durante il question time al Senato, precisando che i dati dell’OCSE riguardano l’anno scolastico 2021-2022, quindi precedentemente alla firma del contratto collettivo del 2023. Ha inoltre evidenziato che il nuovo contratto, che ci si auspica sarà concluso nel 2024, porterà con sé ulteriori miglioramenti.

Per quanto riguarda l’aumento degli stipendi, Valditara ha informato che nella prossima Legge di Bilancio sono previsti incrementi medi di 160 euro lordi per ciascun docente, sebbene la metà di questa somma sia già presente nelle buste paga a partire da gennaio 2023. Ha comunque rassicurato che il governo sta lavorando per garantire ulteriori fondi destinati agli insegnanti.

Il precariato nella scuola italiana

Uno dei temi principali affrontati da Valditara durante il question time è stato il precariato, più volge da lui definito una “questione endemica” della scuola italiana. Il ministro ha ribadito ancora una volta alcuni dati: “Non è vero che attualmente ci sono 250mila precari nella scuola italiana, come affermato da alcuni sindacati. Le supplenze sono pari a 165mila unità, che si ridurranno a 155mila entro dicembre grazie alle assunzioni derivanti dai concorsi PNRR, già in fase di chiusura”. Questo segnerà una prima riduzione rispetto agli anni precedenti, quando il numero dei precari era pari a 160mila.

Valditara ha inoltre chiarito che una buona parte dei lavoratori precari, circa 100mila, sono educatori di sostegno assunti per coprire “posti in deroga”, e molti di essi non possiedono la necessaria specializzazione, il che rende difficile la loro stabilizzazione. A questo proposito, il governo ha avviato nuovi corsi di specializzazione gestiti da INDIRE, con l’obiettivo di formare adeguatamente questi insegnanti.

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