L’Italia è stata deferita dalla Commissione Europea alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea a causa del persistente uso inappropriato di contratti a tempo determinato e delle condizioni di lavoro discriminatorie nel settore scolastico. Secondo la Commissione, l’Italia non ha adottato le misure necessarie per vietare tali pratiche, che includono anche l’uso sistematico di contratti a termine, portando a una situazione di discriminazione nei confronti degli insegnanti.
Stipendi degli insegnanti precari, Italia deferita dalla Commissione Europea
In particolare, la legislazione italiana relativa agli stipendi degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non prevede una progressione salariale basata sui periodi di servizio precedenti, creando così una disparità rispetto ai colleghi assunti a tempo indeterminato, i quali beneficiano di tale progressione.
La Commissione ha sottolineato che le normative italiane non stabiliscono un sistema di progressione salariale per gli insegnanti a tempo determinato, il che costituisce una violazione dei diritti dei lavoratori. Inoltre, l’Italia non ha implementato misure adeguate per prevenire l’abuso di contratti a tempo determinato per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole pubbliche, contravvenendo così alla normativa europea sul lavoro a tempo determinato.
Le reazioni
In un comunicato, il segretario dell’Anief (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori), Marcello Pacifico, ha commentato che la Commissione Europea è intervenuta dieci anni dopo l’inizio della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Ha evidenziato che, nonostante siano trascorsi 25 anni dall’approvazione della direttiva europea, l’Italia non ha ancora rispettato le normative vigenti, con oltre 400.000 insegnanti che hanno subito abusi legati ai contratti a tempo determinato.
Pacifico ha ribadito l’urgenza di misure che garantiscano l’uguaglianza di trattamento, sostenendo la necessità di un doppio canale di reclutamento per il personale scolastico e l’introduzione di risorse straordinarie per affrontare le problematiche di discriminazione, in vista del rinnovo del contratto degli insegnanti.