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AstraZeneca a over 60, richiami con Pfizer o Moderna | Come cambia la campagna vaccinale

Il vaccino anti Covid di AstraZeneca verrà somministrato solo agli over 60. Richiami con Pfizer e Moderna per 900mila persone. Stop agli open day per i giovani con i vaccini a vettore virale. E ora? Vediamo insieme come cambia la campagna vaccinale e quali sono le “conseguenze”.

AstraZeneca a over 60 e richiami con Moderna o Pfizer: come cambia la campagna vaccinale?

Stop al vaccino anti Covid di AstraZeneca per chi ha meno di 60 anni e stop di conseguenza, anche agli open day per i giovani con i vaccini a vettore virale. Per la seconda dose, andrà somministrato Pfizer o Moderna, i due vaccini a mRna.

Dopo le valutazionisul mutato scenario nel rapporto tra benefici e potenziali rischi legati a trombosi rare che cambia anche in funzione dell’età“, come ha spiegato il coordinatore del Cts Franco Locatelli, una circolare del ministero della Salute detta le nuove regole sulla campagna vaccinale e sull’utilizzo del farmaco anglo-svedese.

AstraZeneca e i richiami con Pfizer e Moderna: come cambia la campagna vaccinale

“Il vaccino Vaxzevria viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni (ciclo completo). Per persone che hanno ricevuto la prima dose di tale vaccino e sono al di sotto dei 60 anni di età, il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose“, si legge nella circolare ‘su Aggiornamento parere Cts vaccini’ firmata ieri, venerdì 11 giugno, dal direttore generale della Prevenzione Sanitaria, Gianni Rezza, basato sul parere del Comitato tecnico scientifico.


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Stop all’uso del vaccino Covid AstraZeneca sui giovani: come cambia la campagna vaccinale

A far scattare la scintilla sono stati gli eventi degli ultimi giorni, in ultimo la morte della 18enne ligure, che hanno spinto il ministero della Salute a chiedere un nuovo parere sulle somministrazioni di AstraZeneca ai giovani. Gli scienziati hanno esaminato numerosi studi, anche tedeschi, sulle controindicazioni per i giovani e alla fine si sono trovati d’accordo sulla necessità di sospendere le somministrazioni.

Seconda dose con Pfizer: in arrivo la circolare di Speranza

E subito dopo il ministro della Salute Roberto Speranza dovrà prendere una decisione per emettere la circolare. Se accetterà di accogliere la proposta degli scienziati la seconda dose sarà Pfizer. E questo costringerà la struttura del commissario Francesco Paolo Figliuolo a riprogrammare il piano vaccinale sulla base delle esigenze delle varie Regioni.

I due problemi del nuovo piano vaccinale

Sono due i problemi principali all’orizzonte, a cominciare dalla corsa alle scorte disponibili. Come si legge nella circolare del ministero della Salute, con allegato il parere del Cts, il richiamo per gli under 60 vaccinati con AstraZeneca deve essere fatto ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose.

Con gli open day cominciati in ordine sparso in diverse regioni italiane a metà maggio, ciò significa che per la metà del mese di agosto bisogna avere a disposizione le scorte necessarie di Pfizer e Moderna per garantire a circa 900mila persone sotto i 60 anni il completamento del ciclo vaccinale, senza ovviamente sottrarre la seconda dose con i vaccini a mRna a tutti quelli che hanno fatto la prima dose con Pfizer e Moderna.

Secondo problema: c’è il timore fondato che qualcuno o più di qualcuno tra gli over 60 vaccinati con la prima dose di AstraZeneca possa chiedere di cambiare vaccino per la seconda somministrazione, dopo le tante comunicazioni contraddittorie e l’ennesimo dietrofront sulle indicazioni d’uso. Le persone di questa fascia sono 4 milioni. Cosa farà il governo in caso di rinunce?

Le persone da vaccinare e il numero delle dosi

Figliuolo ha spiegato che sono potenzialmente 7,4 i milioni di italiani sopra i 60 anni che potranno ricevere ancora il vaccino di AstraZeneca alla luce delle nuove indicazioni del Comitato tecnico scientifico. Il commissario ha detto che si tratta di 3,5 milioni di over 60 che devono ancora ricevere la prima dose – e sono quelli “su cui dobbiamo continuare sempre e in maniera incalzante a cercare di somministrare i vaccini” – e 3,9 milioni di over 60 che devono invece fare il richiamo.

Ad oggi, ha sottolineato il generale, sono stati vaccinati con una dose il 91,5% degli over 80, oltre l’85% degli appartenenti alla fascia 70-79 e il 76% di coloro che sono nella fascia 60-69. Complessivamente, invece, sono stati superati i 40 milioni di somministrazioni, con il 49% degli italiani a cui è stata inoculata la prima dose.

Nel caso in cui le dosi di Astrazeneca dovessero avanzare in seguito alle nuove indicazioni del Cts, le fiale potrebbero andare ai Paesi Covax, come ha ipotizzato Figliuolo. L’obiettivo del programma Covax sostenuto dalle Nazioni Unite è di fornire due miliardi di dosi di vaccino a circa un quarto della popolazione dei Paesi più poveri entro la fine del 2021.

Entro fine giugno, ha spiegato il generale, sono attese 15 milioni di dosi di AstraZeneca: considerando che ci sono potenzialmente 3,5 milioni di over 60 da vaccinare con entrambe le dosi e 3,9 con la seconda, serviranno 10,9 milioni di dosi. “In teoria – ha detto il commissario all’emergenza covid – impiegheremmo quasi tutto il potenziale”.

J&J raccomandato agli over 60

E il vaccino Janssen? Il monodose a vettore virale di Johnson&Johnson “viene raccomandato, anche alla luce di quanto definito dalla Commissione tecnico scientifica dell’Aifa, per soggetti di età superiore ai 60 anni. Qualora si determinino specifiche situazioni in cui siano evidenti le condizioni di vantaggio della singola somministrazione ed in assenza di altre opzioni, il vaccino Janssen andrebbe preferenzialmente utilizzato, previo parere del Comitato etico territorialmente competente”. Lo evidenzia il verbale del Comitato tecnico scientifico dell’11 giugno, allegato alla circolare del ministero della Salute di aggiornamento del parere del Cts sui vaccini.


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