Stop al gas russo in Europa: oggi martedì 31 dicembre scade il contratto tra le aziende Gazprom e Naftogaz, cosa cambia a partire dal primo gennaio 2025. L’Unione Europea rassicura: “Impatti limitati”.
Stop al gas russo in Europa: scade contratto Gazprom e Naftogaz
A partire da domani, mercoledì 1 gennaio 2025, il gas russo non arriverà più in Europa tramite l’Ucraina, come confermato dai dati dell’operatore ucraino Ogtsu. Il contratto di transito quinquennale tra Gazprom e Naftogaz è scaduto oggi, 31 dicembre 2024, e la parte ucraina aveva già comunicato la sua intenzione di non rinnovarlo. Di conseguenza, non sono state effettuate prenotazioni per il transito del gas attraverso l’Ucraina, contrariamente a quanto avviene di solito nel mercato europeo.
Il gestore del sistema di trasmissione del gas ucraino ha avvertito che l’infrastruttura di transito potrebbe essere a rischio di attacchi russi dopo la scadenza dell’accordo. “Stiamo implementando tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza delle nostre strutture”, ha dichiarato il CEO Dmytro Lyppa il 4 dicembre.
Cosa cambia e i rincari
I contraccolpi per l’Europa dovrebbero essere contenuti: si tratta di una situazione prevista e l’Unione Europea è pronta ad affrontarla. Questo è quanto dichiarato da un portavoce della Commissione europea in una nota. I funzionari dell’UE hanno ribadito che la sicurezza energetica del continente non è compromessa al termine dell’accordo sul transito e hanno evidenziato l’impegno politico a ridurre progressivamente la dipendenza dai combustibili fossili russi. A partire dal 2022, l’Europa ha diversificato le sue forniture, aumentando le importazioni di gas naturale liquefatto, in particolare dagli Stati Uniti. Nonostante l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, avvenuta nel febbraio 2022 per ordine di Vladimir Putin, il gigante statale russo Gazprom ha continuato a fornire gas all’Europa, in particolare a Slovacchia, Moldavia e Ungheria, attraverso una rete di gasdotti situati in Ucraina.
L’accordo
Nel 2019, Ucraina e Russia hanno siglato un accordo che ha portato Mosca a versare a Kiev circa 800 milioni di dollari all’anno per il transito del gas verso l’Europa tramite il gasdotto Druzhba, anche durante il periodo di invasione. Tuttavia, l’Ucraina ha ripetutamente affermato che non intende rinnovare il contratto al termine della sua scadenza, il che comporterebbe per Gazprom una perdita annuale di 5 miliardi di dollari in vendite. Nell’ultimo giorno di operatività, Gazprom ha comunicato che avrebbe inviato solo 37,2 milioni di metri cubi di gas attraverso il gasdotto, rispetto ai 42,4 milioni di metri cubi forniti il 30 dicembre.
Mentre la maggior parte dei paesi dell’Unione Europea ha ridotto la propria dipendenza dall’energia russa, la conclusione dell’accordo avrà un impatto più significativo sulla Slovacchia. Il primo ministro slovacco, Robert Fico, ha incontrato Putin il 22 dicembre per discutere delle forniture di gas e il 27 dicembre ha dichiarato che Bratislava interromperebbe le forniture di elettricità all’Ucraina se Kiev non avesse rinnovato l’accordo. Al contrario, l’Ungheria continuerà a importare gas russo attraverso il gasdotto TurkStream. In risposta, il primo ministro moldavo Dorin Recean ha manifestato il suo disappunto per la decisione di Gazprom, ordinando di predisporre una base legale per la nazionalizzazione delle operazioni di Moldovagaz. Nel frattempo, il portavoce del governo moldavo, Daniel Voda, ha definito l’aumento delle tariffe elettriche come “il prezzo della libertà” per il Paese, evidenziando la gravità della situazione attuale. La Bulgaria ha espresso la sua disponibilità a supportare la Moldova nella gestione della crisi energetica, offrendo Gnl e altre risorse. Il ministro dell’Energia bulgaro, Vladimir Malinov, ha sottolineato l’esistenza di un accordo bilaterale tra Sofia e Chisinau. La Moldova sta affrontando una grave emergenza energetica, ulteriormente complicata dalla decisione del gigante russo Gazprom di interrompere le forniture di gas alla Transnistria. Questa situazione porterà anche alla sospensione della fornitura di elettricità dalla centrale elettrica situata nella regione.