Alle prime luci dell’alba di mercoledì 25 settembre, in un appartamento di via Ichnusa a Nuoro, una tragedia ha colpito duramente una famiglia e un vicino di casa. Roberto Gleboni, operaio forestale di 52 anni, ha compiuto un gesto estremo e inspiegabile: dopo aver impugnato una pistola semiautomatica calibro 7.65, regolarmente detenuta, ha ucciso la moglie, la figlia e ferito gravemente i suoi due figli minori e un anziano vicino di casa. Infine, si è tolto la vita nella casa della madre, dopo averla ferita al viso.
Strage familiare a Nuoro: il dramma della famiglia di Roberto Gleboni
La strage è iniziata intorno alle 7 del mattino. Gleboni ha prima sparato alla moglie Giuseppina Massetti, 43 anni, e alla figlia maggiore Martina, 24 anni, colpendole alla testa e uccidendole sul colpo. Successivamente ha rivolto l’arma verso gli altri due figli: il 14enne è stato colpito di striscio, mentre il fratello più piccolo, di 10 anni, è stato ferito gravemente. Uscito dall’appartamento, Gleboni ha sparato anche al vicino Paolo Sanna, un pensionato di 69 anni, sceso al piano terra probabilmente dopo aver sentito gli spari. Gravemente ferito, Sanna è stato trasportato in ospedale, ma non ce l’ha fatta.
Dopo il massacro, Gleboni si è diretto alla casa della madre, Maria Esterina Riccardi, e l’ha colpita al viso, fortunatamente senza conseguenze fatali, prima di suicidarsi sparandosi alla tempia in cucina. La città è stata immediatamente scossa dall’orrore, con l’arrivo di ambulanze, polizia e carabinieri sul posto. Le sirene hanno squarciato il silenzio del quartiere di Monte Gurtei, mentre due elicotteri della polizia sorvolavano la zona.
Le indagini
Gli inquirenti, guidati dai magistrati Riccardo Belfiori e Sara Piccicuto, stanno cercando di ricostruire i motivi dietro la strage. Al momento, non è chiaro cosa abbia scatenato l’impeto omicida di un uomo descritto da tutti come gentile e disponibile. Nessun dissidio familiare era stato mai notato dai vicini o dai parenti della famiglia, che sembrava vivere in armonia. “Sembravano affiatati“, raccontano i vicini, increduli di fronte alla tragedia. Solo due giorni prima, erano stati visti rientrare insieme dopo aver fatto la spesa.
La tragedia ha colpito in modo particolare Martina, la giovane di 25 anni che era tirocinante al tribunale di Nuoro. Il rapporto con suo padre sembrava speciale: il giorno della sua laurea, nell’aprile 2022, aveva dedicato parole toccanti ai suoi genitori, definendo il padre “l’amore più grande della mia vita”. Parole che oggi, di fronte alla crudeltà del destino, suonano come un ulteriore colpo al cuore di chi ha conosciuto e amato questa famiglia.
Con cinque morti e due feriti, il bilancio della strage è devastante. Tra i tanti interrogativi rimangono il dolore e il silenzio che hanno avvolto il quartiere una volta terminate le operazioni di soccorso.