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Strage di Paderno Dugnano, le ultime parole dei genitori al figlio 17enne: “Perché hai il coltello in mano?”

“Ho deciso di farlo la sera della festa di compleanno”, ha dichiarato il 17enne che tra il 31 agosto e il 1 settembre ha assassinato i genitori, Fabio Chiarioni e Daniela Albano, di 51 e 49 anni, e il fratellino di 12 anni nella loro abitazione di Paderno Dugnano (Milano), infliggendo loro 68 coltellate. “Da tempo sentivo un profondo malessere e una crescente oppressione. Volevo liberarmi di tutto questo e pensavo che, dopo questo gesto, avrei avuto il coraggio di partire”.

Strage familiare a Paderno Dugnano, le ultime dichiarazioni del baby killer

Durante l’interrogatorio davanti al gip di Milano, Laura Margherita Pietrasanta, il giovane ha descritto con dettaglio ogni aspetto di quella notte tragica, dopo che la famiglia si era riunita per festeggiare il compleanno del padre. “Sono stato io a uccidere mia madre, mio padre e mio fratello. Sono andato a letto con loro, ma sono rimasto sveglio in attesa che si addormentassero. Una volta addormentati, sono sceso, ho preso una maglietta nera e l’ho tagliata a metà per impugnare il coltello. Intendevo pulirlo per far ricadere la colpa su altri“, ha raccontato.

Le ultime parole dei genitori sono state un momento cruciale: il primo a morire è stato il fratellino, che dormiva rivolto verso la finestra. “Si è svegliato urlando ‘papà’. Gli ho tappato la bocca e ho continuato“, ha spiegato il ragazzo. Successivamente, si è diretto verso la camera dei genitori, che si erano svegliati a causa delle urla. “Quando hanno visto il coltello in mano, mi hanno chiesto ‘Cosa ci fai con quel coltello?’ Queste sono state le loro ultime parole. Mi hanno chiesto di restare calmo e sono venuti in camera con me, dove li ho aggrediti”.

Il giovane ha anche rivelato che, sebbene i genitori avessero notato il suo stato d’animo e gli avessero chiesto se c’era qualcosa che non andava, lui rispondeva sempre che tutto era a posto. “Mi sentivo male da tempo, e da questa estate il mio stato d’animo è peggiorato. Mi sentivo distaccato dagli altri e li consideravo meno intelligenti. Pensavo che si occupassero di cose futili e che esagerassero con i loro problemi. Forse il mio debito in matematica ha avuto un ruolo in tutto questo”, ha aggiunto. “Pensavo di allontanarmi da casa e chiudere con la mia vita precedente”.

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