Cronaca

Strage di Stresa. “Non volevano perdere l’incasso”. I freni della funivia bloccati per scelta

Emergono dettagli inquietanti in merito alla vicenda della strage della Funivia Stresa Mottarone. Dettagli relativi alla volontà di lascare i freni bloccati per non perdere l’incasso. I tecnici non erano infatti riusciti a risolvere l’anomalia che bloccata la cabina numero 3. Era necessario intervenire con una azione manuale per far ripartire ogni volta la cabina ed è stato dunque deciso deliberatamente di inserire entrambi i forchettoni sui freni d’emergenza.
Una scelta vietata e che ha impedito alla cabina di  frenare la fatale domenica in cui il cavo trainante si è rotto, determinando la morte 14 persone e il ferimento di un bambino di 5 anni che si trova ancora ricoverato in ospedale.

Strage della Funivia Stresa Mottarone, freni bloccati per non perdere l’incasso

Entrambi i forchettoni sono stati poi ritrovati sul luogo della tragedia. Dipinti di rosso, affinché non si potesse dimenticare di averli inseriti. Un segnale che evidenzia il fatto che i tecnici erano consci della pericolosità dell’utilizzo di quei dispositivi.

Secondo la Procura di Verbania non sarebbe stata la prima volta: “Certamente domenica non è stato il primo giorno e questo è stato ammesso”, fanno sapere gli inquirenti. Lo scopo era evitare il blocco dell’impianto, che avrebbe comportato la rinuncia ai cospicui incassi: la struttura ha incassato 140mila euro nell’ultimo mese.

Tre arrestati per la strage della funivia: chi sono

Nella giornata di mercoledì 26 maggio sono stati arresti in tre: si tratta del gestore dell’impianto Luigi Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone, il direttore dell’esercizio Erico Perocchio e il responsabile del servizio, l’ingegnere Gabriele Tadini. Per il momento Nerini, Perocchio e Tadini hanno trascorso la prima notte in carcere, domani e sabato si svolgeranno gli interrogatori di garanzia per la convalida del fermo.

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