Dopo la strage della funivia del Mottarone spunta la parola attentato. A pronunciarla – come riportato da Repubblica – è stata Valeria Ghezzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari. “Se un pilota decide di dirigere il suo aereo contro una montagna, non c’è sistema di sicurezza che possa salvare i passeggeri. Lo scenario che si delinea per la tragedia del Mottarone è paragonabile a un attentato”.
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Strage della funivia del Mottarone: come un attentato
“La manomissione dei freni esponeva deliberatamente alla morte chi saliva sulla funivia. Dal punto di vista morale, o psicologico, ricorda l’atto di un kamikaze: se sei disposto a sacrificare la vita, in questo caso altrui, nessuno può evitare una strage” ha spiegato Valeria Ghezzi, intervenuta anche ai microfoni di Rtl 102.5 spiegando: “Da ieri a oggi è cambiato il mondo, ieri si parlava di un blocco dei freni che poteva essere stato lasciato per un errore umano, una dimenticanza gravissima, ma una dimenticanza, si parlava anche di due fatti che hanno concorso causando contemporaneamente una tragedia, perché un fatto solo avrebbe provocato un soccorso.
Oggi mi sembra che si parli di un fatto voluto, di un blocco dei freni consapevole e questa cosa mi ha sconvolto, perché non riesco neanche a immaginare che un collega possa pensare di giocare così con la sicurezza, se è vero, questa cosa è di una gravità senza precedenti. L’errore umano ci può sempre essere, la consapevolezza nel togliere le misure di sicurezza non può, non deve e non bisogna neanche sognarsela”.
L’aspetto della sicurezza
“Ritengo che si possa stare tranquilli perché noi funiviari siamo i primi che vanno sulle funivie, la sicurezza è nostra ancora prima che vostra, siamo persone serie e sappiamo che se ci fossero dubbi sulla sicurezza nessuno prenderebbe più un impianto, non siamo una banda di delinquenti” ha concluso.