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Gli studenti italiani sono i più colpiti in Europa dall’ansia da matematica: «Per affrontarla serve più pratica e meno teoria»

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Foto di repertorio

Gli studenti italiani sono primi in Europa per ansia da matematica: «Per affrontarla serve più pratica e meno teoria». Questi sono i risultati di una ricerca Ocse e l’opinione del matematico Marchiodi che si basa sui dati del 2022.

Europa, studenti italiani primi per ansia da matematica

I ragazzi italiani si posizionano al primo posto in Europa per quanto riguarda l’ansia legata alla matematica. Questa informazione proviene dall’Ocse, che ha pubblicato un focus intitolato “Il triangolo dell’apprendimento permanente: strategie, motivazione e fiducia in se stessi”, basato sui dati del 2022 dell’indagine Pisa (Programma per la valutazione internazionale degli studenti). In Italia, la percentuale di ragazzi in difficoltà di fronte a problemi matematici o alla materia in generale è aumentata dal 43% al 48%, mentre la media dell’Ocse si attesta al 39%. Questo rappresenta il valore più elevato in Europa, insieme alla Bulgaria. A livello globale, la Thailandia e il Brasile ci superano con percentuali del 62% e 67%, mentre Singapore e Corea del Sud superano il 30%.

I consigli e metodi di insegnamento

Silvia Benvenuti, docente di didattica della matematica all’Università di Bologna, sottolinea che si tratta di «un’ansia opprimente, differente da quella stimolante che genera adrenalina. Le soluzioni sono rare». La professoressa aggiunge che «il vero problema è che solo un buon stato emotivo consente al sistema cognitivo di operare efficacemente. In parole semplici, con l’ansia non si riesce a imparare». Un rapporto dell’Ocse avvalora questa affermazione: «Un incremento di un punto nell’indice di ansia è correlato a una riduzione del rendimento in matematica di 18 punti». Inoltre, gli studenti che si sentono a disagio tendono a mostrarsi più passivi anche in altre materie, poiché credono che il loro senso di inferiorità nei confronti della disciplina sia inalterabile.

Il matematico Andrea Marchiodi, che dirige il centro di ricerca Ennio De Giorgi presso la Scuola Normale di Pisa, ha dichiarato a Repubblica che l’approccio all’insegnamento è cambiato: «Mia figlia ha appena iniziato le scuole medie e siamo stati fortunati. Abbiamo incontrato insegnanti che adottano un metodo alternativo. Utilizzano un libro finlandese che presenta poca teoria e molti problemi stimolanti legati alla vita quotidiana. Uno dei primi esercizi chiedeva di calcolare quante mani devono essere strette se ci si trova in tre, in quattro, e così via. Si tratta di un problema di calcolo combinatorio che verrà affrontato in modo formale solo più tardi, al liceo o all’università, ma presentato in questo modo incoraggia i ragazzi a impegnarsi per trovare una regola», ha spiegato nel colloquio con Elena Dusi.

Secondo Marchiodi, i giovani devono «assimilare la teoria affrontando problemi pratici. È importante incentivarli a scoprire diversi approcci per risolvere un problema. Inoltre, il lavoro di gruppo favorisce la collaborazione piuttosto che la competizione, rendendo così la matematica più gradevole».

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