Strage al pronto soccorso in Sudan: oltre 70 morti in un attacco con droni: “Tutti i pazienti sono stati uccisi”. L’ospedale Saudi Teaching Maternal di Al-Fashir rappresentava l’ultima struttura sanitaria operativa nella capitale assediata del Darfur. Il ministero degli Esteri sudanese ha accusato le Forze di Supporto Rapido, che da oltre 20 mesi sono in conflitto con le Forze Armate Sudanesi nella guerra civile in corso.
Strage al pronto soccorso in Sudan, oltre 70 morti
Più di 70 persone sono state uccise in un attacco con droni che ha colpito l’ultimo ospedale operativo di Al-Fashir, la capitale assediata del Darfur settentrionale, in Sudan, nella serata di venerdì 24 gennaio, secondo quanto riportato da funzionari locali e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Un drone delle Forze di supporto rapido ha colpito il pronto soccorso di un ospedale saudita, uccidendo tutti i pazienti presenti. Il numero delle vittime supera i 70”, ha dichiarato su X Mini Arko Minawi, governatore della regione del Darfur.
L’attacco al Saudi Teaching Maternal Hospital di Al-Fashir segna l’ultima escalation di una serie di violenze nella guerra civile sudanese, che prosegue da 20 mesi. Questo conflitto brutale vede contrapposte le Rapid Support Forces (RSF) paramilitari e le Sudanese Armed Forces (SAF), generando una delle crisi umanitarie più gravi al mondo. Secondo le Nazioni Unite, oltre 20.000 persone hanno perso la vita e 11 milioni sono state costrette a fuggire. Il mese scorso, più di 100 persone sono morte a seguito di un raid nel mercato di Kabkabiya, una città situata nel Darfur settentrionale.
Le accuse
Il SAF e le RSF, entrambe sotto il comando di due dei più influenti generali del Sudan, Abdel Fattah al-Burhan e Mohamed Hamdan Dagalo, noto come Hemedti, si scambiano accuse riguardo agli attacchi con droni su obiettivi civili. Il governatore del Darfur, Mini Arko Minawi, ha incolpato le RSF per l’assalto all’ospedale, dichiarando: “Hanno sterminato tutti i pazienti presenti”. Anche il ministero degli Esteri sudanese ha accusato le Forze di Supporto Rapido (RSF), definendo l’attacco un massacro. “Oltre 70 civili, per lo più donne e bambini, erano in cura e sono stati colpiti durante l’assalto al pronto soccorso dell’ospedale da parte della milizia con droni”, si legge in un comunicato ufficiale.
L’ospedale saudita, l’unica struttura pubblica di Al-Fashir in grado di effettuare interventi chirurgici e trattare i feriti, è già stato oggetto di attacchi in precedenza. Lo scorso agosto, un assistente di un paziente è stato ucciso durante un raid che ha colpito il reparto chirurgico, mentre altre cinque persone sono rimaste ferite nello stesso attacco.