Davide Macciocco di 40 anni, di Termoli, ha scelto di morire in Svizzera tramite il suicidio assistito: ad accompagnarlo l’associazione Dignitas. “Amo la vita ma ho deciso di finirla qui, non ce la faccio più”, questa la sua decisione.
Suicidio assistito, Davide decide di morire in Svizzera
Nato il 16 luglio del 1983 a Zurigo decide di trasferirsi a Termoli. La sua vita cambia definitivamente il 5 luglio del 2003 ad appena 20 anni. Erano le 6 del mattino e si trovava in spiaggia con amici. Prima di rientrare a casa dopo una notte trascorsa in discoteca, decidono di raggiungere il mare e tuffarsi. Davide volle fare un ultimo tuffo dal trabucco, una di quelle antiche macchine da pesca. Da sei metri d’altezza, con l’acqua profonda un metro e mezzo, Davide batté la testa, fratturandosi due vertebre cervicali. Venti anni di fisioterapia, poi la decisione di dire basta.
La decisione
“Io vado via in totale serenità e sognando. Non ricordatevi di me per questo gesto, ma per come mi avete conosciuto. Il dolore non è quello che dici, è quello che taci purtroppo. La vita è un diritto, non un obbligo. Ciò che conta è vivere con dignità, con decoro e senza paura. Il mio futuro non sarebbe vita, ma sopravvivenza fatta anche di solitudine e di dolori fisicamente intollerabili” scrive nel suo ‘testamento’ pubblicato sui social. “La presi abbastanza bene all’inizio, poi mi resi conto che di punto in bianco ero paralizzato dal collo in giù, su una sedia a rotelle, senza muovere né braccia né gambe e neanche un dito. Io che ero iperattivo e veramente non stavo un secondo fermo. Con me ti potevi ritrovare a prendere un aperitivo a un bar di Termoli, dopo un’ora ritrovarti a Pescara o a Riccione a divertirsi”.
“In questi anni non sono stato con le mani in mano. Dal 2018 sono diventato agente sportivo di due network, Fantasyteam e SportitaliaBet. Il mio corpo era bloccato, ma la mia mente correva. Con il passare degli anni, però, la vita è andata peggiorando moralmente e fisicamente senza cercare mai di far pesare questo ad altri. L’uomo è fatto per dominare la vita, non per esserne schiavo”, racconta. E nelle sue ultime volontà Davide precisa: “Questa lettera è rivolta anche alle istituzioni italiane affinché non venga preso nessun provvedimento giudiziario nei confronti di chi mi ha semplicemente accompagnato, o meglio dato un passaggio. Se c’è qualcuno da giudicare, quelli sono i politici e il fatto che trovino difficile legiferare sulla morte volontaria assistita”. Ai genitori, parenti e tanti amici dice “Non piangete perché vi ho lasciati, sorridete poiché mi avete conosciuto e vissuto. Sto per affrontare il mio ultimo viaggio. Forse dopo la morte sarai ciò che eri prima della tua nascita! Forse solo assenza di esistenza o forse un’altra grande avventura. Per me tutto molto improbabile, ma possibile. Io vado via in totale serenità e sognando. Ciao, ciao”.