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Super green pass, verso l’obbligo al lavoro: che cosa cambia

La decisione è attesa mercoledì 5 gennaio. Il governo Draghi è pronto a imporre l’obbligo del Super Green pass anche al lavoro. La soluzione prevede la possibilità di lavorare soltanto per vaccinati o guariti dal Covid. Una decisione che sembrava in arrivo già nell’ultimo Consiglio dei ministri del 2021, prima che Lega e M5s frenassero. Ora è matura, come spiega il ministro Renato Brunetta: “È il momento del Super Green pass sul lavoro — dice il ministro della Pubblica amministrazione — Ed è una scelta in coerenza con quanto decidemmo a ottobre con il Green pass, una storia di successo che ha permesso di contemperare aperture e sicurezza, garantendoci un vantaggio sul resto d’Europa”.

Super green pass, verso l’obbligo anche al lavroo

La situazione è di grande allarme, ieri – con 141.262 nuovi contagiati – è stata raggiunta la cifra record di 1 milione 21 mila e 697 italiani che hanno il Covid. Ma la situazione degli ospedali e delle terapie intensive non ha ancora oltrepassato il livello critico proprio grazie alla scelta della maggior parte dei cittadini di vaccinarsi con la seconda e la terza do se e all’adesione ancora alta alla campagna vaccinale di bambini e ragazzi. Dunque rimane la convinzione che l’estensione dell’obbligo a chi lavora possa essere sufficiente per scongiurare conseguenze peggiori. Anche perché il decreto approvato giovedì scorso impone di fatto il lockdown ai no vax impedendo l’ingresso in tutti i locali pubblici e nei luoghi dello spettacolo a chi non ha il green pass «rafforzato», la certificazione che viene rilasciata soltanto a guariti e vaccinati.

Il bollettino

Il tasso di positività è salito al 13%, venerdì era all’11,78% con 1.084.295 tamponi molecolari e antigenici processati. Ci sono stati 141.262 nuovi casi positivi e 111 vittime portando a 137.513 i morti dall’inizio della pandemia. Nelle terapie intensive ci sono 1.297 pazienti mentre i ricoverati con sintomi nelle aree mediche sono 11.265.

Le regioni gialle

Una situazione che porta a undici le Regioni in zona gialla con alcune che rischiano l’arancione già la prossima settimana. Dal 3 gennaio 2022 passano in giallo grazie alla nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza Lombardia, Piemonte, Lazio e Sicilia. Si aggiungono a Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, provincia autonoma di Bolzano, provincia autonoma di Trento e Veneto. Ma già tra sette giorni Liguria, Calabria e provincia di Trento rischiano di passare in zona arancione visto che l’occupazione dei posti in ospedale continua a crescere.

Vaccini al lavoro

Di fronte a questa risalita il presidente del Consiglio è convinto che la strada da percorrere sia appunto quella dell’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori così come già accade per il personale sanitario, il personale scolastico, le forze dell’ordine e i dipendenti delle ditte esterne che svolgono servizi all’interno delle Rsa. Il ministro Speranza ha più volte ribadito di non vedere altra alternativa, «i numeri del Covid imporranno scelte nette e forti». Il ministro Dario Franceschini per il Pd e la ministra Elena Bonetti per Italia Viva appoggeranno questa scelta, i rappresentanti di Forza Italia nel governo Renato Brunetta e Mariastella Gelmini appaiono determinati a superare i dubbi e le resistenze espresse dal leghista Giancarlo Giorgetti e dai 5 Stelle, anche se in realtà il titolare degli Esteri Luigi Di Maio ha sempre dichiarato che i vaccini sono «l’unico strumento che ci consente di tenere aperte tutte le attività».


 

 

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