Cronaca

Susanna morta con la figlioletta: “Aveva lasciato il lavoro per accudire la bimba”

susanna-recchia-2-3

Abbracciate per sempre. Susanna Recchia, la donna di 45 anni scomparsa venerdì scorso da Miane (Treviso), è stata trovata cadavere con la figlioletta. I corpi erano su un isolotto del fiume Piave: mamma e figlia erano strette in un abbraccio. La donna aveva lasciato una lettera d’addio e si era temuto il peggio da subito, ma nella giornata di domenica è arrivata la terribile conferma. La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio-suicidio.

La scomparsa di Susanna e della figlioletta

Di Susanna Recchia e della figlia non si avevano notizie da venerdì, quando il compagno della donna era andato a casa per prendere la bambina (si stavano separando, ndr), ma l’appartamento era vuoto. Sul tavolo c’era una lettera d’addio: cinque pagine scritte da Susanna che anticipavano e spiegavano l’intenzione di farla finita. L’uomo si è rivolto alla polizia e sono scattate le ricerche. Poi il ritrovamento dell’auto della donna nei pressi del ponte di Vidor, ma c’era solo la Volkswagen Tiguan senza mamma e figlia. I corpi sono stati trovati ore dopo.

Come sono morte Susanna Recchia e la figlia

Secondo gli inquirenti Susanna è scesa con in braccio la bambina fin sul greto del fiume e si è lasciata scivolare nell’acqua, per morire con lei. La corrente e i gorghi del fiume, ingrossato dalle recenti piogge, hanno trascinato i corpi un chilometro più a valle, fino a un isolotto di ghiaia vicino all’Isola dei Morti. L’ipotermia potrebbe essere stata una concausa della morte di madre e figlia. A guidare i soccorritori verso il luogo della tragedia sono stati i cani molecolari, che hanno fiutato le tracce.

La zona in cui si è compiuta la tragedia è tristemente nota per un’altra vicenda. Nel febbraio 2021, c’era stato il suicidio di una donna di 31 anni, che si era lanciata dal ponte con in braccio il figlio di un anno e mezzo, salvatosi miracolosamente.

Le ricerche di Susanna Recchia

Sul caso di Susanna Recchia la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio, quello della piccola Mia, seguito dal suicidio del reo. Per il procuratore Marco Martani la vicenda è “senza ombre e dal chiaro sviluppo”, ma si è riservato di avere i dati dal primo esame necroscopico per valutare se affidare o meno l’incarico dell’autopsia sui corpi. “È evidente – ha aggiunto – che la donna è vittima di quella che viene definita depressione maggiore, una malattia psichica che spesso non dà avvisaglie, o quanto meno è difficile da interpretare per i non esperti. Una forma di depressione – conclude Martani – che fa vedere solo tragedie nel futuro e che, come probabile gesto protettivo, spinge a portare con sé quanti si amano”.

Chi era Susanna Recchia

Susanna Recchia era igienista dentale. La sua vita non è stata sempre facile. Era stata protagonista di un incidente d’auto – era lei alla guida – nel quale è morta la sua migliore amica. Le indagini hanno accertato che Susanna non aveva avuto responsabilità, ma la vicenda l’aveva segnata nel profondo. Poi una forte delusione sentimentale, con un matrimonio naufragato, dal quale erano nati tre figli. Cinque anni fa, l’inizio di una nuova vita con il nuovo compagno e la nascita di Mia. Anche questa storia d’amore però era al capolinea e la bimba aveva un grave problema di salute. Troppo per la donna, che ha pensato alla morte come unica via d’uscita.

Tra chi dedica un pensiero a Susanna e alla sua bimba c’è Attilio Ceschin, dentista con studio a Vittorio Veneto, che ha pubblicato su Facebook una foto della donna, sua collaboratrice e igienista dentale per una decina d’anni. Nell’immagina postata dal professionista, Susanna era in dolce attesa proprio della figlia. “Il gesto di Susanna per un estraneo è di difficile comprensione – scrive – ma si potrebbe definire un ultimo gesto d’amore. L’amore che aveva dimostrato per il lavoro, svolto sempre con estrema professionalità e passione veniva messo in secondo piano solo da quello per i figli, verso cui Susanna aveva dedicato in questi ultimi anni ogni sua energia. I problemi di salute dell’ultimo suo amore, Mia, l’avevano costretta a un impegno per l’assistenza e il controllo che forse cominciavano a minare il suo fisico. Le ultime vicende sentimentali hanno acuito il malessere creando quello screzio psicologico che solo chi si è trovato in simili situazioni può capire. La decisione di lasciare in buone mani al papà i tre figli e abbracciare nell’ultimo atto d’amore Mia, l’ha fatta diventare sua per sempre”.

Treviso