Cronaca

Svolta nel caso dell’incidente della Chapecoense: arrestata una donna 5 anni dopo

Sono passati 5 anni dall’incidente aereo che costò la vita all’intera squadra della Capecoense, tranne 3 sopravvissuti c’è una svolta nelle indagini sul disastro aereo. Una donna è stata arrestata perché gravemente indiziata. Si tratta di Celia Castedo Monastero, cittadina boliviana che quel 28 novembre era addetta alla sicurezza del volo charter della LaMia, compagnia aerea boliviana.

Incidente della Chapeocense: arrestata una donna

Su quel volo erano presenti 77 persone, di cui 71 persero la vita. Oltre al terzino Allan Ruschel, al difensore centrale Helio Neto e al portiere Jakson Follmann, cui fu amputata una gamba, si salvarono un giornalista, una hostess ed un tecnico aeronautico. Per il resto non ci fu scampo per nessun altro, cancellando dalla faccia della terra un’intera squadra di calcio, incluso lo staff e la dirigenza, riportando alla memoria la tragedia di Superga del Grande Torino.

La svolta nelle indagini

A distanza di 5 anni, il terribile incidente a 17 chilometri dall’aeroporto José María Córdova di Medellin torna d’attualità per una svolta nelle indagini. La polizia federale brasiliana ha infatti arrestato una cittadina boliviana indagata per la catastrofe. “La donna era una specialista in sicurezza del volo e all’epoca avrebbe fraudolentemente mancato di rispettare i requisiti procedurali minimi per l’approvazione del piano di volo dell’aereo, poiché nel programma presentato l’autonomia di volo non era adatta al viaggio“, ha spiegato in una nota la polizia federale. Una responsabilità non da poco, visto che proprio la fine del carburante fu la causa della tragedia.

Chi è Celia Castedo Monastero, la donna arrestata per l’incidente della Chapecoense

Celia Castedo Monastero, latitante e ricercata in Bolivia, è stata trovata nello stato brasiliano del Mato Grosso do Sul, vicino al confine con il suo Paese. Resterà detenuta nella città di Corumbá fino al completamento delle procedure legali per la sua consegna alle autorità boliviane. All’epoca la donna era una funzionaria dell’Amministrazione degli aeroporti e dei servizi ausiliari della navigazione aerea della Bolivia (AASANA) e dopo lo schianto della Chapecoense aveva affermato di aver ricevuto “pressioni e vessazioni” dai suoi superiori.

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