Nuova svolta nel caso del Mostro di Firenze: l’ipotesi è che dietro gli omicidi potrebbero esserci più responsabili, sui resti delle vittime potrebbero esserci tracce genetiche fondamentali per risalire al killer o ai presunti assassini.
Svolta nel caso del Mostro di Firenze
Una possibile svolta potrebbe emergere nel complesso caso del “Mostro di Firenze”. L’ipotesi, ancora da confermare attraverso esami di comparazione genetica, è che più di una persona possa essere stata coinvolta negli omicidi. La speranza è di poter ancora recuperare tracce di Dna dai resti delle vittime, che potrebbero fornire nuove prove sugli assassini.
Un nuovo capitolo si apre nel complesso caso del Mostro di Firenze. Grazie alle avanzate tecniche di analisi del DNA, gli investigatori potrebbero essere vicini a una svolta decisiva. L’ipotesi, sempre più concreta, è che dietro agli efferati omicidi ci fosse più di un assassino. Le speranze sono ora riposte nell’esame dei resti delle vittime, dove potrebbero celarsi tracce genetiche decisive per identificare i colpevoli.
In particolare, i resti di Stefania Pettini, uccisa nel 1974, e Jean Michel Kraveichvili, assassinato nel 1985, potrebbero contenere tracce di materiale biologico del killer o dei killer. Questo Dna potrebbe essere comparato con quello già individuato dall’esperto italo-americano Lorenzo Iovino su un proiettile e due bossoli usati in altri delitti attribuiti al “Mostro”. L’avvocato Vieri Adriani, che rappresenta i familiari di alcune vittime, ha chiesto di proseguire con questa strada, puntando su nuove comparazioni che potrebbero far luce su uno dei casi criminali più oscuri della storia italiana.