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Musicista suona il violino mentre viene operata di tumore al cervello: la storia commuove il web

È stata operata di tumore al cervello mentre suonava il violino. È successo all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. La storia ha letteralmente commosso il web.

Suona il violino mentre viene operata di tumore al cervello

Grazie a una complessa anestesia locale, la ragazza, una violinista di 23 anni, è rimasta sveglia durante le cinque ore dell’operazione e ha potuto collaborare con i chirurghi.

È il primo intervento del genere nel Sud Italia e “pochissimi altri – spiega l’Asl – ne sono stati effettuati nel Paese”. La giovane è stata operata il 16 di aprile e dopo quattro giorni è tornata a casa, in tempo per festeggiare la Pasqua in famiglia.

“Sembra surreale, ma si fa conversazione con il paziente – spiega il dottor Giovanni Battista Costella, direttore dall’Unità operativa complessa di Neurochirurgia, che ha effettuato l’intervento con il dottor Nicola Zelletta – spiegando cosa si sta facendo in modo da tranquillizzarlo il più possibile e monitorare la situazione in maniera più attenta”.

La metodologia chirurgica

La metodica chirurgica adottata dall’equipe, implementata dall’ausilio di dispositivi di ultima generazione come il neuronavigatore e il monitoraggio neurofisiologico di cui dispone il reparto, ha permesso di rimuovere il tumore evitando danni neurologici, soprattutto disturbi della parola e cognitivi ed evitare difficoltà nella coordinazione dei gesti.

Stimolando nella fase operatoria specifiche zone cerebrali, sono stati evocati disturbi sensitivi complessi. “Questa tecnica – conclude Costella – è particolarmente indicata nei casi in cui è necessario rimuovere lesioni localizzate in zone critiche. Certo, al paziente è richiesta collaborazione e la procedura nel complesso non è una esperienza semplice”.

La tecnica “Awake Surgery”

Utilizzata già da una decina di anni, la tecnica dell’awake surgery è stata usata per la prima volta in una struttura del Sud Italia dall’Unità operativa complessa di Neurochirurgia. “La combinazione tra un bioma di basso grado e un paziente che suona uno strumento che si possa portare in sala operatoria è abbastanza rara – racconta Costella – quando la lesione si trova nella zona nobile del cervello come l’area della parola, è indispensabile che il paziente resti sveglio perché durante l’asportazione del tumore deve partecipare. In questo caso la giovane musicista ha potuto indicare quale fosse lo stato della mobilità fine delle sue dita, la coordinazione. E attraverso quello che diceva eravamo in grado di controllare la sua capacità di parola”. ”

Se il paziente è sveglio – aggiunge il neurochirurgo – si può allargare il margine dell’asportazione con rischi minimi o assenti”.  “Quando abbiamo spiegato alla ragazza come si sarebbe svolta l’operazione, la prima reazione è stata di stupore – continua Costella – poi però la sensazione di poter tenere sotto controllo la situazione ha prodotto un effetto tranquillizzante, anzi di vera contentezza”.

Nel 2014 fece scalpore un altro intervento di questo tipo, a cui fu sottoposto Roger Fritsch, un violinista della Minnesota Orchestra affetto da tremori alle mani di origine neurologica. I chirurghi della Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota decisero di impiantare degli elettrodi in una particolare zona del cervello e di collegarli ad una specie di pacemaker cerebrale.

Ma per essere sicuri che l’operazione fosse realmente efficace fu necessario che gli elettrodi venissero impiantati con estrema precisione. I chirurghi d’accordo con il paziente, decisero che l’uomo non solo doveva restare sveglio durante l’operazione, ma anche suonare il violino. Dopo un mese dall’intervento, Frisch tornò a suonare con la Minnesota Orchestra.

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