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Fase 2, le chiamate di chi aspetta i soldi promessi: “Mi servono quei 600 euro, devo fare una rapina?”

Telefonate d’aiuto all’Inps nei primi giorni della fase 2 dell’emergenza coronavirus. Sono telefonate di persone disperate e rassegnate perché non lavorano da due mesi e non sono ancora arrivati i soldi promessi dal governo. Il coronavirus ha generato nuovi precari che ogni giorno sperano di avere rassicurazioni in merito al bonifico di 600 euro o all’assegno di cassa integrazione ordinaria o in deroga.

Telefonate d’aiuto all’Inps nella fase 2 dell’emergenza coronavirus

Come riportato da Il Mattino, un operatore di uno dei contact center dell’Inps ha raccontato: “Chiamano da settimane, da tutta Italia, il numero verde è stato pubblicizzato moltissimo dall’Inps per evitare di affollare le sedi quando sono state annunciate le misure di sostegno per lavoratori e imprese. Io in media ricevo undici telefonate all’ora”.

Le richieste

C’è chi, in lacrime chiede dei soldi per il marito: “Ho 40 anni, non ho ancora ricevuto l’assegno di Cassa integrazione in deroga, può darmi qualche notizia?” E ancora: “Ho bisogno di quei 600 euro, non posso neanche mettere il piatto a tavola: vuole che faccia una rapina?”. 

Sono solo alcuni degli esempi di persone disperate che cercano, quotidianamente, di avere certezze in merito ad un aiuto legittimo promesso dal governo ma non ancora pervenuto.


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