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Tentativi di truffa agli sportelli postali in provincia di Avellino: dipendenti smascherano i malviventi

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Tentata truffa agli sportelli postali in provincia di Avellino. I due tentativi sono stati sventati, in poche ore, dal personale degli uffici postali che ha dimostrato grande prontezza, non lasciandosi ingannare. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Tentata truffa agli sportelli postali in provincia di Avellino

In un caso, una coppia di cinquantenni ha cercato di prelevare denaro da un libretto di risparmio e di incassare un vaglia circolare, presentandosi in un ufficio postale del capoluogo irpino con un documento d’identità falsificato. In un altro episodio, un anziano si è presentato presso un ufficio in Alta Irpinia, affermando di aver ricevuto una telefonata da un presunto impiegato postale che lo informava di dover avviare una procedura di sicurezza e di trasferire 18mila euro dal suo libretto postale a un altro conto. Grazie alla vigilanza degli impiegati, i piani dei truffatori sono stati frustrati: i trasferimenti di denaro sono stati bloccati in entrambi i casi e il Centro Frodi è stato prontamente avvisato.

Poste Italiane è fortemente attiva nella lotta contro le truffe. In questo contesto, gli operatori dei 160 uffici postali di Avellino e della provincia riescono sempre più frequentemente a prevenire i raggiri, grazie a corsi di formazione focalizzati sulla sicurezza e sulla protezione dei clienti dalle frodi. A raccontare l’accaduto sono un dipendente dell’ufficio postale del centro città e la responsabile di quello situato in Alta Irpinia.

«Una donna di circa cinquant’anni, accompagnata da un uomo della stessa età, mi ha mostrato un libretto postale e un vaglia circolare, chiedendo di riscuotere il vaglia e di effettuare un prelievo dal libretto – racconta il dipendente di Avellino -. La signora mostrava un atteggiamento piuttosto timido e riservato, e continuava a lanciare sguardi all’uomo che la accompagnava, quasi a cercare conferma sulle operazioni da eseguire. Questo comportamento mi ha insospettito», spiega l’impiegato, che ha poi posto alcune domande alla signora per «verificare se fosse a conoscenza di ciò che mi stava chiedendo di fare». «L’intervento costante dell’altra persona – evidenzia l’impiegato – che suggeriva alla donna le risposte alle mie domande, ha rappresentato un ulteriore segnale d’allerta. Approfittando della necessità di fare una fotocopia del documento, sono andato nel back office e, con l’assistenza del direttore, abbiamo controllato il documento della signora, che si è rivelato essere falso».

Da qui, è scattato l’allerta al Centro Frodi per attivare tutte le misure necessarie a proteggere il legittimo titolare del libretto e l’emittente dell’assegno. Quando sono tornato allo sportello, però, i due non erano più presenti.

Nel frattempo, presso l’ufficio in Alta Irpinia, è stata la responsabile a fermare la truffa ai danni di un anziano. «È entrato visibilmente scosso e ha chiesto di parlare con me con urgenza – racconta la direttrice -. Era un po’ disorientato e mi ha spiegato di aver ricevuto una telefonata da uno dei miei collaboratori. Con la scusa di una procedura di sicurezza per tutelare i suoi risparmi, la persona al telefono lo aveva convinto a trasferire temporaneamente l’intero importo del suo libretto, circa 18mila euro, su un altro libretto postale».

La direttrice, dopo aver avvertito l’anziano che «Poste Italiane non richiede mai operazioni telefoniche né la condivisione di codici di accesso e password», ha bloccato il trasferimento dei fondi e ha contattato il Centro Frodi. «Oggi le truffe e i truffatori hanno assunto nuove forme – sottolinea Eugenio Simili, responsabile della funzione Fraud Management Sud di Poste Italiane -. I ladri di strada sono stati sostituiti da esperti della persuasione e astuti criminali informatici in grado di sottrarre somme considerevoli alle loro vittime. Utilizzando tecniche psicologiche che inducono le persone a credere in false realtà, o attraverso strumenti tecnologici avanzati, i malfattori riescono a convincere l’ignaro interlocutore a effettuare trasferimenti di denaro o a rivelare le chiavi di accesso riservate ai propri conti e libretti».

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