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Teramo, 16enne morto impiccato: si indaga per istigazione al suicidio. L’ombra della sfida social

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Immagine di repertorio

È stato aperto un fascicolo per istigazione al suicidio per far luce sulla morte di un ragazzo di appena 16 anni trovato impiccato nella sua abitazione a Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo. Secondo il pubblico ministero Franca Zani il giovane non voleva togliersi la vita, ma stava partecipando ad una sfida social.

Teramo, ragazzo morto impiccato: si indaga per istigazione al suicidio

Come ipotizzato dal pm Franca Zani il 16enne non voleva togliersi la vita ma stava partecipando ad una sfida social chiamata “Blackout Challenge”. Si tratta di una sfida molto pericolosa che consiste nel legarsi al collo una corda, una sciarpa o una cintura per provare la propria resistenza a trattenere il respiro il più possibile, prima di pubblicare tutto sui social.

In seguito alla tragedia – consumatasi in un’abitazione a Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo – i carabinieri hanno avviato delle indagini per chiarire la dinamica di quanto avvenuto. A trovare il 16enne privo di vita, dopo essersi impiccato con la cintura dei pantaloni, fu il fratello minore. Inutili i rapidi soccorsi.

Un ragazzo brillante

“Aveva doti e un’intelligenza superiore alla norma. Un ragazzo bravissimo, educato, molto rispettoso degli altri e bravo a livello didattico, in tutte le materie. Era un amante del suo indirizzo, sistemi informativi aziendali, infatti in informatica era ‘trainante’, come ci riferiva sempre l’insegnante. Ho parlato con diversi suoi compagni e miei colleghi: siamo tutti esterrefatti, un classico pugno allo stomaco, nessuno se lo aspettava”. Queste le parole di sconcerto dell’insegnante di materie letterarie del 16enne, a riportarle è La Repubblica.

Non solo per la sua bravura, ma anche per la normalità dei suoi comportamenti, il fatto che possa aver compiuto questo gesto ci lascia increduli”, ha concluso il docente

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