Cronaca

Terra dei Fuochi, l’Italia condannata dalla Corte Europea: “Mette a rischio la vita dei cittadini”

Terra dei Fuochi
immagine di repertorio
Terra dei Fuochi

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per la sua inazione riguardo al disastro ambientale della Terra dei Fuochi, causato dallo smaltimento illecito di rifiuti tossici da parte della camorra.

Terra dei Fuochi, l’Italia condannata dalla Corte Europea: “Mette a rischio la vita dei cittadini”

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha condannato l’Italia per la sua inazione di fronte al disastro ambientale della Terra dei Fuochi, una zona tra le province di Napoli e Caserta gravemente danneggiata dallo smaltimento illegale di rifiuti tossici da parte della camorra.

Secondo la sentenza, lo Stato italiano non ha preso provvedimenti adeguati per tutelare la salute dei cittadini dall’inquinamento, mettendo così in pericolo le loro vite. “La risposta delle autorità non è stata all’altezza della gravità della situazione”, ha dichiarato la Corte, sottolineando che il governo era consapevole del problema da anni ma non ha agito con la necessaria tempestività.

La sentenza della CEDU impone all’Italia di elaborare, entro due anni, una strategia complessiva per affrontare l’emergenza ambientale, creare un organismo indipendente di monitoraggio e garantire ai cittadini l’accesso a informazioni chiare e trasparenti sulla qualità dell’aria, del suolo e delle acque. Il ricorso era stato presentato da 41 abitanti della zona e da cinque associazioni ambientaliste, che accusavano il governo di non aver adottato le necessarie misure di protezione.

Nell’area interessata si registra da tempo un incremento dei casi di cancro e un grave inquinamento delle falde acquifere, conseguenze dirette dell’interramento e dell’incenerimento illegale di rifiuti pericolosi. I ricorrenti hanno fatto riferimento agli articoli 2 (Diritto alla vita) e 8 (Diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, denunciando l’inazione delle autorità.

 

 

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