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Forte terremoto in Giappone, scossa di magnitudo 7.0: è allerta tsunami

Una forte scossa di terremoto di magnitudo superiore a 7 è stato registrato nella mattina di oggi, sabato 20 marzo, in Giappone, nel nord-est del Paese.

Terremoto in Giappone oggi: scatta l’allerta tsunami

Il sisma, secondo le informazioni diffuse dal nostro Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è avvenuto alle ore 10.09 (ora italiana) nella zona Near east coast of eastern Honshu con coordinate geografiche (lat, lon) 38.38, 141.59 ad una profondità di 68 km. La tv giapponese ha avvertito di un possibile tsunami nella prefettura di Myagi. Secondo l’emittente Nhk, un’onda di tsunami alta un metro avrebbe già raggiunto le coste di Miyagi. Al momento non si hanno notizie di vittime o danni provocati dal terremoto.

Le autorità della regione stanno verificando se ci sia stato un impatto sulle centrali nucleari dell’area. Al momento non si registrano danni a cose o persone.

Che cos’è uno tsunami

Il maremoto (composto di mare e moto, sul modello di terremoto) è un moto ondoso anomalo del mare, originato da un terremoto sottomarino o prossimo alla costa (in modo improprio è usato anche per grandi onde generate da altri eventi che comportano uno spostamento improvviso di una grande massa d’acqua quali, per esempio, una frana, un’eruzione vulcanica sottomarina o un impatto meteoritico).

Di solito l’onda di un maremoto rimane poco intensa e poco visibile in mare aperto e concentra la sua forza in prossimità della costa quando l’onda, a causa del fondale meno profondo, si solleva e si riversa nell’entroterra (una barca in mare aperto potrebbe anche non accorgersi del passaggio di un’onda di maremoto). L’intensità di un maremoto dipende pertanto dalla quantità di acqua spostata al momento della formazione del maremoto stesso.

Anche a seguito del maremoto dell’Oceano Indiano del 2004, si è diffuso anche l’uso del termine giapponese tsunami (津波? lett. “onda del porto”) come sinonimo di ‘onda di maremoto’. Il termine tsunami è stato a volte utilizzato dai mezzi di comunicazione in modo improprio, ad esempio: tsunami di ghiaccio, tsunami di neve, tsunami di nuvole.

È invece sbagliato l’uso del termine onda anomala (in inglese rogue wave), che in oceanografia fisica indica un fenomeno nettamente distinto, non legato a eventi improvvisi che provocano spostamenti di enormi masse d’acqua.

 

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