Il terremoto di Pompei è stato un evento sismico che si è verificato il 5 febbraio del 62, con epicentro nella zona vesuviana, precisamente a Stabia, di magnitudo intorno al V-VI grado della scala Mercalli. Descritto anche da Lucio Anneo Seneca, il terremoto provocò numerosi danni alle città di Pompei, Ercolano e Stabia.
Nel 62 si verificò un terremoto che provocò devastanti danni a Pompei ed Ercolano
Il terremoto è stato registrato il 5 febbraio del 62 e l’epicentro è stato localizzato all’interno di una faglia sul lato meridionale del Vesuvio, nei pressi della zona stabiana: è stato ipotizzato che questo terremoto potesse essere collegato alla futura eruzione del Vesuvio del 79, ma tale supposizione non è stata mai confermata.
Il bilancio
Il terremoto ebbe un’intensità stimata tra il V ed il VI grado della scala Mercalli e si verificò ad una profondità di circa sei o sette km. Dopo la scossa principale, ne seguirono altre di assestamento nei giorni successivi. Le città che subirono la maggior parte dei danni furono ovviamente quelle nelle vicinanze dell’epicentro e quindi Pompei, Ercolano e Stabiae, ma altri danni si verificarono anche a Napoli e Nocera. Numerosi furono i crolli, così come testimoniato dagli scavi archeologici, tanto che al momento dell’eruzione del 79, numerosi edifici erano ancora disabitati ed in fase di ristrutturazione oppure presentavano segni di recenti ammodernamenti: addirittura nella casa di Lucio Cecilio Giocondo, sono stati ritrovati dei bassorilievi che riproducono il Foro, Porta Vesuvio ed il tempio di Giove, a seguito dei danni subiti dal terremoto.
I racconti di Lucio Anneo Seneca
Anche Lucio Anneo Seneca parlò del terremoto del 64 nel sesto libro delle Naturales quaestiones, dedicato proprio agli eventi sismici:
«Ho appreso, ottimo Lucilio, che Pompei, l’affollata città della Campania situata là dove si congiungono da una parte le coste di Sorrento e di Stabia, dall’altra quelle di Ercolano e cingono con un golfo ameno il mare che dal largo lì si ritrae, è crollata in seguito a un terremoto che ha causato danni in tutta la zona circostante… e ha devastato con ingenti rovine la Campania, mai al sicuro da una simile calamità, ma finora incolume, se pure tante volte attraversata da paura».
Dal libro si apprende della morte di un gregge di seicento pecore dovuto agli effetti di gas asfissianti, mentre poco o nulla si conosce su possibili perdite di vite umane.