Recovery Plan di Draghi: il testo e cosa prevede. Ecco tutte le risposte fornite dal governo e il testo. Il Piano prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, lo strumento chiave del Next Generation EU. Ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile. Il totale degli investimenti previsti è quindi di 222,1 miliardi di euro.
Le risorse del Recovery Plan
Il Governo intende richiedere il massimo delle risorse RRF, pari a 191,5 miliardi di euro, divise in 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti.
Il primo 70% delle sovvenzioni è già fissato dalla versione ufficiale del Regolamento RRF, mentre la rimanente parte verrà definitivamente determinata entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del PIL degli Stati membri registrato nel 2020-2021 secondo le statistiche ufficiali. L’ammontare dei prestiti RRF all’Italia è stato stimato in base al limite massimo del 6,8% del reddito nazionale lordo d’accordo con la task force della Commissione.
Com’è strutturato il Piano nazionale ripresa e resilienza
Come nella prima versione, resta stabile l’impianto articolato in 6 missioni. A cambiare sarebbero invece le risorse messe a disposizione per ognuna: si riducono complessivamente i fondi per ogni settore di intervento, eccetto per ‘Istruzione e ricerca’, che guadagnerebbe risorse nella nuova versione.
Recovery Plan: la ripartizione delle risorse per Mission:
- Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 40,73 miliardi
- Rivoluzione verde e transizione ecologica: 59,33 miliardi
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile: 25,13 miliardi
- Istruzione e ricerca: 30,88 miliardi
- Inclusione e sociale: 19,81 miliardi
- Salute: 15,63 miliardi
Le risorse rappresentano la sola quota PNRR. Quota cui vanno aggiunte le risorse provenienti dal Fondo complementare al Recovery e da React-EU, lo strumento previsto nell’ambito di Next Generation EU che rappresenta un’iniezione di fondi aggiuntivi per la Politica di Coesione 2014-2020, in attesa della piena operatività della programmazione dei fondi strutturali europei 2021-27.
Queste missioni a loro volta comprendono una serie di componenti funzionali per realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo, articolate in linee di intervento che comprendono una serie di progetti, investimenti e riforme collegate.
Le mission
La missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” è costituita da 3 componenti e si pone come obiettivo la modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese, nella Pubblica Amministrazione e nel suo sistema produttivo. Una componente è dedicata ai settori che più caratterizzano l’Italia e ne definiscono l’immagine nel mondo: il turismo e la cultura.
Tra i punti chiave della mission figura il Piano Transizione 4.0 che può contare su 18,45 miliardi, in calo rispetto ai 19 del piano precedente.
La missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” si struttura in 4 componenti ed è volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia italiana coerentemente con il Green Deal europeo.
Comprende interventi per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili, lo sviluppo della filiera dell’idrogeno e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni volte al risparmio dei consumi di energia tramite l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato e, infine, iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, la riforestazione, l’utilizzo efficiente dell’acqua e il miglioramento della qualità delle acque interne e marine.
Per la missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” è articolata in 2 componenti e si pone l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. Promuove la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano maggiori rischi. Prevede investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vista ambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee e valorizzare il ruolo dei porti dell’Italia meridionale.
La missione 4 “Istruzione e ricerca” è uno dei capitoli che nel tempo ha subito maggiori modifiche in fatto di risorse, passando dai 33,81 miliardi della prima versione ai 30,88 dell’ultima. Pone al centro i giovani ed affronta uno dei temi strutturali più importanti per rilanciare la crescita potenziale, la produttività, l’inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del futuro.
È divisa in 2 componenti e punta a garantire le competenze e le capacità necessarie con interventi sui percorsi scolastici e universitari degli studenti. Sostiene il diritto allo studio e accresce la capacità delle famiglie di investire nell’acquisizione di competenze avanzate. Prevede anche un sostanziale rafforzamento dei sistemi di ricerca di base e applicata e nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico.
La missione 5 “Inclusione e coesione” si articola in 3 componenti:
- Politiche attive del lavoro, con focus sul potenziamento dei centri per l’impiego e del Servizio civile universale, sull’aggiornamento delle competenze e sul sostegno all’imprenditoria femminile,
- Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore, che spazia dagli interventi per la disabilità all’housing sociale,
- Interventi speciali per la coesione territoriale, che comprende gli investimenti nelle aree interne, quelli per le Zone Economiche Speciali (ZES) e sui beni sequestrati e confiscati alla criminalità.
Ultimo capitolo nel PNRR è la missione 6 “Salute” si articola in 2 componenti ed è focalizzata su due obiettivi: il rafforzamento della rete territoriale e l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con il rafforzamento del Fascicolo Sanitario Elettronico e lo sviluppo della telemedicina.
Alle 6 macro-missioni, il Recovery Plan nazionale associa parallelamente tre priorità trasversali: donne, giovani e Sud. Questi tre temi che devono essere contenuti in tutti gli obiettivi del Piano nazionale e che saranno misurati negli impatti macroeconomici, occupazionali e di indicatori BES.
Il testo del Piano nazionale ripresa e resilienza
Le riforme previste
La parola chiave dei Recovery Plan di tutti i Paesi europei è riforme. Riforme che non vanno solo indicate in modo vago né dovrebbero essere sintetizzate in poche parole, ma che occorre spiegare nel dettaglio, dal momento che la Commissione europea le considera parte integrante del Piano.
Quelle previste nel Piano di Draghi sono suddivise tra: riforme orizzontali, abilitanti e settoriali.
Le riforme orizzontali, o di contesto, riguardano innanzitutto Pubblica amministrazione e giustizia.
A queste si aggiungono riforme abilitanti, destinate a garantire attuazione e massimo impatto agli investimenti, tra cui si annoverano le misure di semplificazione e razionalizzazione della legislazione e quelle per la promozione della concorrenza.
Infine sono previste specifiche riforme settoriali, le misure consistenti in innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali.