Economia

Ipotesi golden power su Tim: cos’è e come funziona

Tim vola in Borsa, ipotesi golden power: che cos'è e come funziona l'offerta pubblicitaria di acquisto presentata dal fondo statunitense

L’offerta pubblica di acquisto amichevole presentata dal fondo statunitense Kkr sul 100% delle azioni Tim richiede un approfondimento della golden power. Cos’è e perché è così importante per l’economia italiana?

Tim vola in Borsa, che cos’è e come funziona il golden power

La golden share è una disciplina giuridica introdotta in diversi ordinamenti europei a partire dal 1990, quando presero il via una lunga serie di privatizzazioni di aziende pubbliche. E’ un potere speciale che uno Stato si riserva durante il processo di privatizzazione di un’impresa, per tutelare l’interesse della collettività. Una sorta di scudo che i governi si riservano per difendere i settori strategici di una nazione, come la difesa, le telecomunicazioni, l’energia, i trasporti, più in generale i settori di pubblica utilità.

L’azione d’oro, questa la traduzione letterale dall’inglese, interessa principalmente le decisioni relative a fusioni, trasformazioni, acquisizioni e ingresso di nuovi soci in società che si occupano di settori di rilevante importanza per il paese, per i quali serve necessariamente una supervisione pubblica sulle attività che svolgono perché ne va del bene dell’intera nazione. Lo scopo è quello di garantire oltre alla difesa nazionale, l’ordine pubblico, la sicurezza pubblica anche l’erogazione di servizi pubblici essenziali e un livello minimo di servizi di telecomunicazione e di trasporto. Inoltre, la golden share serve per evitare carenze di approvvigionamento nazionale e una discontinuità nell’erogazione di servizi pubblici alla collettività.

Quali sono i poteri speciali della golden share

 

La golden share si traduce nella possibilità da parte di uno Stato nell’apporre il veto su alcune operazioni societarie di carattere strategico e su variazioni dello statuto societario. Solitamente ci si riferisce alla possibilità di opporsi all’acquisizione di una società, facendo in modo che un pacchetto azionario resti in mano allo Stato. Tale pacchetto azionario, che a volte è puramente simbolico, garantisce al governo determinati poteri di carattere speciale nell’operatività dell’azienda, assicurando gli interessi nazionali. Semplificando, uno Stato senza possedere la maggioranza di una società, grazie alla golden share, può influenzare alcune delle principali scelte strategiche di un’azienda.

La regolamentazione in Italia della golden power

 

Nell’ordinamento italiano la golden share è disciplinata dall’art. 2 del d.l. n. 332/94, nel quale viene specificato che lo Stato ha poteri speciali sulle aziende operanti nei settori della difesa, dei trasporti, delle telecomunicazioni, delle fonti di energia, e degli altri pubblici servizi. Grazie a questa legge il governo italiano, ad esempio, può opporsi ad un’acquisizione qualora sia a rischio un interesse collettivo, riferendosi in particolare all’ordine pubblico, alla sicurezza pubblica, alla sanità pubblica e alla difesa.

La golden share nel 2012 è stata superata dalla golden power (potere d’oro), con ulteriori interventi nel 2019 e nel 2020 per estendere i poteri a tutte le società, pubbliche e private, ma anche ad altri settori, come quello finanziario, creditizio, assicurativo, energia, acqua, trasporti, salute, sicurezza alimentare, intelligenza artificiale, robotica, semiconduttori, cybersecurity.

Qualora lo stato italiano individuia in un’operazione societaria una minaccia di grave pregiudizio per gli interessi essenziali della difesa e della sicurezza nazionale, l’esecutivo può:

  • imporre specifiche condizioni all’acquisto di partecipazioni in imprese strategiche nel settore della difesa e della sicurezza;
  • porre il veto all’adozione di delibere relative ad operazioni straordinarie o di particolare rilevanza, ivi incluse le modifiche di clausole statutarie eventualmente adottate in materia di limiti al diritto di voto o al possesso azionario;
  • opporsi all’acquisto di partecipazioni, ove l’acquirente arrivi a detenere un livello della partecipazione al capitale in grado di compromettere gli interessi della difesa e della sicurezza nazionale.

Unimpresa invita Draghi a utilizzare la golden power su Tim

Sull’offerta pubblica di acquisto lanciata da Kkr su Tim sono in molti ad invocare l’esercizio della golden share da parte dello Stato. Tra questi Unimpresa: “Tim non è una azienda come tante: è un asset strategico per il Paese e un bene fondamentale, di interesse pubblico, determinante per la crescita economica italiana e delle nostre micro, piccole e medie imprese – dichiara il vicepresidente Giuseppe Spadafora -. L’evoluzione tecnologica passa anche attraverso la rete di telecomunicazioni e una infrastruttura di altissimo livello, adeguata alle esigenze di sviluppo delle nostre pmi va protetta. Il governo guidato da Mario Draghi deve valutare a fondo l’utilizzo della golden share affinché la rete di tlc non sia preda di soggetti stranieri, nella peggiore delle ipotesi fondi altamente speculativi”.

Landini (Cgil): “Il governo agisca”

Secondo il segretario della Cgil, Maurizio Landini, in un settore strategico come quello delle telecomunicazioni lo Stato italiano non può subire semplicemente la logica del mercato”. Serve “un piano industriale finalizzato alla costruzione della rete unica senza escludere il ricorso al golden power se il progetto di Kkr dovesse essere in contrasto con l’interesse industriale ed occupazionale del Paese”. Bisogna a tutti i costi scongiurare il rischio di uno spezzatino, “serve una visione d’insieme”.

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