Cronaca

Timbravano e poi si davano al poker: indagati in 57 tra dipendenti dell’azienda sanitaria e lavoratori dell’ospedale in Calabria

Timbravano il cartellino e uscivano. C’era chi se ne andava a fare la spesa, chi usciva per le proprie faccende e chi, addirittura, andava a giocare ai videopoker in un vicino negozio. Ormai era diventata una prassi per un gran numero di dipendenti amministrativi dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” del capoluogo calabrese, truffare la propria amministrazione assentandosi arbitrariamente dal lavoro.

Truffa all’azienda sanitaria di Catanzaro

Un comportamento reso possibile anche da chi era preposto al controllo e della cui illegittimità erano perfettamente a conoscenza, tanto che uno di loro, per strisciare il badge anche dei colleghi, si nascondeva sotto un ombrello aperto all’interno dei locali dove è sistemata la macchinetta sospettando la presenza di videocamere nascoste. Sospetto fondato visto che in effetti i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria avevano installato le telecamere e grazie a queste hanno scopertogli ennesimi “furbetti del cartellino”.

I provvedimenti

Morale: notificati provvedimenti del gip di interdizione dall’esercizio di un pubblico servizio, con durate variabili tra 3 mesi ed 1 anno, a un dirigente e 6 dipendenti dell’Asp e a 8 lavoratori dell’ospedale. I finanzieri hanno anche notificato a loro e ad altri 42 dipendenti delle due Aziende l’avviso di conclusione indagini emesso dalla procura.

L’inchiesta, denominata “Cartellino rosso”, ha consentito di portare alla luce ben oltre 2.100 episodi di assenteismo, di ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza, per un totale di circa 1.800 ore di servizio non effettuate.

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