A quanto pare l’attore Tom Hanks è stato clonato a sua insaputa dall’intelligenza artificiale. Infatti hanno utilizzato il suo volto per uno spot pubblicitario. L’attore, però, denuncia di non aver mai accordato l’utilizzo della sua immagine.
Tom Hanks clonato a sua insaputa dall’intelligenza artificiale
L’attore Tom Hanks ha denunciato il fatto che hanno clonato il suo volto con l’intelligenza artificiale a sua insaputa. Con un post pubblicato sul suo profilo Instagram mostra un fotogramma di un video in cui comparare la sua immagine. In questo modo allerta i suoi fan dichiarando di non aver mai dato il consenso all’utilizzo della sua immagine per lo sport che lo ha utilizzato come protagonista.
Già in passato infatti il volto di Tom Hanks ha subito delle modifiche digitali. Come nel caso del film The Polar Express o anche A Man Called Otto. Ma in entrambi i casi però si era trattato di alterazioni concordate dall’attore con i produttori e per le quali non c’erano stati reclami. Sul suo post, infatti scrive: “Attenzione. C’è un video in giro in cui, con una versione di me prodotta dall’intelligenza artificiale, viene usata per far pubblicità a un piano dentale. È tutto falso. Io non c’entro“.
L’intelligenza artificiale al centro delle trattative tra attori
Di certo quella di Tom Hanks è una dichiarazione che arriva davvero in un momento delicato. Infatti sono ancora in atto le trattative tra il sindacato degli attori, il Sag-Aftra e le case di produzione americane, dopo l’inizio dello sciopero. Proprio uno dei punti più nevralgici del confronto è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, la quale potrebbe avere un ruolo molto predominante nell’industria cinematografica a scapito degli interpreti.
Infatti gli attori verrebbero sostituiti e in alcuni casi, pagati anche meno, perché la loro immagine potrebbe essere replicata, diminuendo i giorni di presenza sul set. Una questione per la quale gli attori chiedono tutele. Come è accaduto per gli sceneggiatori che il 25 settembre sono arrivati alla firma di un accordo che, tra la altre cose, prevede che agli autori venga dichiarato se il materiale su cui sono chiamati a lavorare sia stato prodotto da un’intelligenza artificiale, anche se in parte, aggiungendo che l’AI non può rimaneggiare in alcun modo materiale letterario.