È morto Virgilio Sandullo il paziente 55enne che era stato sottoposto ad un delicato intervento all’ospedale Molinette di Torino per l’asportazione di un tumore di venti centimetri che gli comprimeva il polmone sinistro e che, nonostante la chemioterapia era arrivato a invadere il cuore.
Torino, Virgilio Sandullo è morto: gli era stato asportato un tumore di venti centimetri
Virgilio Sandullo si è spento nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 febbraio nella clinica dove era stato ricoverato per la riabilitazione. Prima dell’operazione alle Molinette di Torino il 55enne era stato rifiutato da numerose strutture. I medici dell’ospedale torinese hanno fatto il possibile per salvare la vita del 55enne, ma il suo quadro clinico era estremamente compromesso.
L’intervento era durato 10 ore. All’operazione avevano preso parte Massimo Boffini della Cardiochirurgia universitaria, Enrico Ruffini e Paraskevas Lyberis della Chirurgia Toracica universitaria, con l’anestesista Tommaso Pierani della Cardiorianimazione, coi medici specializzandi di cardiochirurgia Gerlando Mallia e di chirurgia toracica Filippo Terrando e gli infermieri di cardiochirurgia.
Oltre ad aprire completamente il torace e la cavità pleurica, in questo caso particolare è stato necessario aprire anche il pericardio (il “sacco” che contiene il cuore), per avere accesso alle strutture vascolari più profonde, dietro il cuore. Deciso di non fermarlo, è stato tenuto alzato e battente con un posizionatore cardiaco.
L’intervento
“Con un meticoloso e complesso isolamento di tutti i vasi – spiega Paraskevas Lyberis – il tumore e il polmone sinistro ormai non più funzionante, perché invaso dalla neoplasia, sono stati asportati in sicurezza. Anche il diaframma (il muscolo che separa il torace dall’addome), coinvolto dalla malattia, è stato in parte asportato e ricostruito”.
“L’intervento è stato possibile grazie all’impiego di un piccolo conetto – spiega Boffini – collegato a un braccio malleabile che, creando il vuoto, riesce a mantenere il cuore in posizione verticale, garantendo allo stesso tempo che spinga il sangue in tutto il corpo. Si chiama posizionatore cardiaco e funziona come se desse un lungo bacio al cuore a cui viene collegato. È usualmente utilizzato per gli interventi di rivascolarizzazione miocardica a cuore battente, senza l’uso della circolazione extracorporea e in questo caso ha permesso di raggiungere agevolmente le vene polmonari di sinistra, che sono dietro al cuore e che dovevano essere suturate per la rimozione della massa”.