Cronaca

Torino, madre maltratta la figlia per 14 anni: costretta in ginocchio sui gusci per un brutto voto

sapri moglie maltrattata 22 gennaio
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Una ragazza di 20 anni ha raccontato, in tribunale a Torino, il drammatico calvario subito durante la sua infanzia, a causa delle violenze psicologiche e fisiche inflitte dalla madre, una donna romena di 43 anni, condannata a due anni di reclusione per maltrattamenti.

La pena, come riportato dal Corriere di Torino, è stata confermata in Appello. La ragazza ha descritto anni di umiliazioni e abusi che si sono protratti fino al 20 gennaio 2021, quando una sua ex insegnante, preoccupata per le sue condizioni, l’ha convinta a denunciare la madre alle forze dell’ordine.

Torino, donna maltratta la figlia: condannata a 2 anni

Non voglio che mia madre finisca in prigione, desidero solo poter vivere i pace”, ha dichiarato la giovane, che in aula ha ripercorso le sofferenze vissute durante la sua infanzia. La ragazza ha raccontato di essere stata costantemente sottoposta a punizioni fisiche e psicologiche dalla madre, soprattutto in seguito a risultati scolastici insufficienti.

“Quando frequentavo le elementari, dovevo sempre ottenere il massimo dei voti, altrimenti venivo punita“, ha spiegato. “Ricordo di dover restare in ginocchio sull’ingresso di casa, su un giornale cosparso di riso o gusci di noci. Mi lasciava lì fino a quando non ce la facevo più, e i segni restavano per giorni. Non li mostravo a nessuno, avevo paura che mia madre finisse nei guai”.

La testimonianza è proseguita con un racconto doloroso di parole dure e degradanti che la madre le rivolgeva. “Mi diceva che avrebbe fatto meglio ad abortire, che non poteva picchiarmi più per evitare che i segni fossero visibili, ma mi ripeteva continuamente che non valessi nulla, che ero una figlia schifosa e che sarebbe stato meglio non farmi nascere“.

La giovane ha spiegato come, durante quegli anni, avesse considerato normali tali trattamenti, ma che crescendo e confrontandosi con i compagni di scuola, si è resa conto della gravità delle violenze subite.

Quando aveva 20 anni, la madre l’ha cacciata di casa, costringendola a cercare rifugio da un’amica, l’ex insegnante che la incoraggiò a denunciare. La decisione di rivolgersi alle autorità segnò un punto di svolta nella sua vita.

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