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Droga dalla Calabria all’Agro: l’ex boss di Nocera Inferiore Antonio Pignataro finisce agli arresti domiciliari

Traffico di droga dalla Calabria verso la Campania e l'Agro: l'ex boss di Nocera Inferiore, Antonio Pignataro è stato posto agli arresti domiciliari
Antonio Pignataro

Traffico di droga dalla Calabria verso la Campania e l’Agro: l’ex boss di Nocera Inferiore, Antonio Pignataro è stato posto agli arresti domiciliari. La decisione è stata presa dal Tribunale del Riesame, che ha parzialmente accolto l’appello della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Catanzaro nei confronti del 67enne. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Traffico di droga: l’ex boss Antonio Pignataro ai domiciliari

Antonio Pignataro, ex boss di Nocera Inferiore, è stato posto agli arresti domiciliari per il traffico di stupefacenti dalla Calabria verso la Campania. La decisione è stata presa dal Tribunale del Riesame, che ha parzialmente accolto l’appello della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Catanzaro nei confronti del 67enne.

In precedenza, la Corte di Cassazione aveva condiviso l’appello della procura contro l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari (Gip). I contatti di Pignataro con Domenico Tamarisco, un soggetto di Torre Annunziata accusato di aver organizzato significativi carichi di droga provenienti da Reggio Calabria verso Napoli e l’Agro Nocerino, pesano notevolmente sul suo caso.

Alcuni incontri per discutere tempi e modalità delle consegne avrebbero avuto luogo proprio nella residenza di Pignataro a Scalea, dove l’ex boss stava già scontando una pena per reati precedenti. Da una captazione, inoltre, è emerso che un co-imputato, Salvatore Maiorino, avrebbe consegnato a Pignataro una somma di 21.000 euro, ritenuta dagli inquirenti frutto del traffico di narcotici.

Le intercettazioni

Le intercettazioni ambientali hanno fornito prove non solo degli incontri ma anche di discussioni riguardanti il possesso di armi e altre attività legate a criminali campani. «Durante il periodo di insediamento a Scalea di soggetti appartenenti alla criminalità napoletana e salernitana», si legge nel documento del Riesame, «Pignataro avrebbe ricoperto il ruolo di referente del sodalizio, grazie al suo illustre passato criminale».

Da qui la necessità di una misura cautelare attuale e concreta. L’inchiesta coinvolge numerosi individui accusati di traffico e spaccio di stupefacenti, molti dei quali attendono il verdetto dopo aver scelto il rito abbreviato. I carichi di droga sono stati orchestrati da narcotrafficanti della provincia di Reggio Calabria e successivamente nascosti in varie località, tra cui Scalea, Nocera Inferiore, Terzigno e Pompei.

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