Sono andati in cielo tutti insieme, come tutti insieme sono diventati grandi con quella maglia granata che da sempre era il simbolo del sudore, della fatica, dell’appartenenza, del Toro.
Stiamo parlando del “Grande Torino”, vittima di un incidente aereo passato alla storia come la “Tragedia di Superga” perirono 31 persone fra atleti, dirigenti, giornalisti e membri dell’equipaggio del “Fiat G.212” appartenente alla compagnia aerea “ALI” schiantatosi contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga, che sorge sulla collina torinese.
4 maggio 1949: 72 anno fa, la Tragedia di Superga
Era il 4 maggio 1949, oggi sono 72 anni dalla “Tragedia di Superga”, 71 anni dalla sciagura aerea che mise fine alla sequenza trionfale del Grande Torino. Per tornare a vincere uno scudetto i granata hanno dovuto attendere il ’76 quando a guidarli in campo c’era il poeta del gol. Cos’era e cos’è essere del Toro.
Una lunga, ininterrotta processione rese omaggio alle bare allineate a Palazzo Madama e mezzo milione di persone partecipò ai funerali il 6 maggio 1949.
L’intera città di Torino si strinse attorno alla squadra, vero simbolo di un’epoca. Ed oggi (come ogni anno) tutta la città, che in diverse occasioni ha anticipato il suo derby, renderà omaggio alla memoria. Custodita fisicamente al Museo del Grande Torino.
Fatti antecedenti
L’incidente si verificò alle 17,03 di mercoledì 4 maggio 1949. Di ritorno dal match amichevole con il Benfica, la squadra granata al completo (tra i giocatori Valentino Mazzola, padre dell’altrettanto famoso Sandro), accompagnata da dirigenti e tre giornalisti, partì da Lisbona con l’aereo “Fiat G.212” della compagnia “ALI”.
A causa delle pessime condizioni atmosferiche e della scarsa visibilità legata alla presenza di nebbia, il pilota, erroneamente convinto di trovarsi a una quota di sicurezza, effettuò una virata per iniziare la fase di atterraggio, portando il velivolo a schiantarsi contro il terrapieno posteriore della Basilica di Superga, sita sull’omonimo colle di Torino.
Cordoglio e miniserie
Sono state tante le personalità che all’epoca avevano espresso il loro cordoglio per la prematura scomparsa della leggendaria squadra del Torino, tra queste Indro Montanelli scrisse quanto segue presso il suo quotidiano “Corriere della Sera”: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta“.
A questa tragedia è dedicata la fiction in due puntate “Il Grande Torino”, riproposta nel 2013 su RAI1 sotto-forma di tv movie. Tratta dal libro “Il romanzo del Grande Torino” di Franco Ossola e Renato Tavella, e diretta da Claudio Bonivento, la miniserie ottenne al suo primo passaggio televisivo una media di oltre 7.600.000 telespettatori, per uno share del 31%.
Protagonista della fiction è Angelo – interpretato da Ciro Esposito – un ragazzo come tanti che vuole diventare un campione di calcio, e che si ritrova a seguire l’ascesa dei campioni del Torino e la loro tragica fine.